Il discusso decreto legge Giannini-Reggi è ancora tutto da definire, ma giorno dopo giorno monta il malcontento dei lavoratori e, di conseguenza, dei sindacati. Alcuni – come la Cisl e Uil Scuola, Snals e Gilda – si sono limitati ad opporsi solo attraverso dichiarazioni di fuoco o comunicati belligeranti; altre “sigle”, invece, sono passate subito i fatti, dichiarando la mobilitazione e aderendo alle orme proteste di piazza.
Come la Flc-CGIL, che il 15 luglio sarà in piazza, insieme a movimenti e comitati dei precari, a Montecitorio a chiedere nuove politiche per la scuola pubblica e per ribadire la radicale contrarietà alle politiche annunciate dal Governo. Al termine di una affollata assemblea sui temi del precariato nei comparti della conoscenza , con la presenza di tantissimi giovani, che si è svolta alcuni giorni fa a Roma, il segretario Mimmo Pantaleo ha detto che servono “risposte certe per i rinnovi dei contratti ormai scaduti da anni, per aumentare gli organici, per la stabilizzazione dei precari, per gli investimenti nell’istruzione pubblica che sono la vera priorità per determinare una inversione di tendenza rispetto alle politiche degli ultimi anni. Fino ad ora non abbiamo visto alcuna reale discontinuità e anzi si vogliono solo colpire la funzione sociale e i diritti dei lavoratori della conoscenza. Il precariato è sparito dal dibattito politico e dagli impegni di Renzi e anche per queste ragioni – ha concluso Pantaleo – inizia una lunga fase di mobilitazione”.
Il giorno prima, il 14 luglio, stavolta sotto il Miur, con inizio alle 15,30, è previsto un altro sit-in, organizzato dall’Unicobas e aperto a tutte le sigle sindacali: inizialmente il segretario d’Errico aveva previsto un’assemblea pubblica ma poi, a seguito “dell’alta adesione riscontrata “, l’appuntamento si è trasformato in un evento ‘pubblico e di lotta’ di tipo “erga omnes”, dove accedere ” indipendentemente dai gruppi e dalle sigle sindacali di appartenenza (CGIL, CISL, UIL, SNALS, Cobas, Gilda, USB Scuola, CUB,USI Scuola, ANIEF, Coordinamenti delle scuole e dei precari, sono tutti invitati), per poter discutere insieme la necessaria controffensiva unitaria a tutela dei lavoratori e della scuola tutta, per l’organizzazione dal basso di un grande, pacifico, colorato ma determinato, corteo nazionale di tutta la categoria”.
D’Errico ha quindi ribadito il suo netto alla “proposta del ministro Giannini e del sottosegretario Reggi – le cui ‘smentite’ equivalgono ad una conferma, visto che insiste sulle supplenze a carico del personale di ruolo e che ciò non è possibile se non con un aumento dell’orario cattedra”.
Al sit-in del 14 parteciperà anche l’Anief, che attraverso il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, ha deciso di avviare “la mobilitazione dei lavoratori della scuola”‘ aderendo anche “al sit-in del 14 luglio sotto il Ministero dell’Istruzione, dove assieme alle altre sigle sindacali e alle associazioni manifesterà il suo dissenso contro un provvedimento che allontanerebbe ancora di più l’istruzione italiana da quella europea”. Secondo Pacifico “è bene che sulle 36 ore il Governo ci ripensi. È normale che chi vuole più spendere il suo tempo a scuola lo possa fare, ma da qui a revisionare l’orario di servizio dei docenti, sostanzialmente allineato ai parametri europei, ancorché su base volontaria, ce ne passa. Lasciamo i stare i proclami: la verità è che approvare questo provvedimento per decreto, come vuole fare il Governo, sconvolgerebbe la normale programmazione didattica, con il rischio – ha concluso il leader Anief – di ripercussioni negative anche sul livello di apprendimento degli alunni”.
Nelle ultime ore è anche arrivata notizia del primo sciopero del prossimo anno scolastico: ad indirlo è stato il SISA, che “propone a tutti i sindacati di base la data del 26 settembre 2014 per un sciopero generale della scuola come prima tappa di una lotta per la dignità, per il rispetto dei diritti, per la costruzione del futuro di cui ci sentiamo e siamo parte”.
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