L’imprudente accusa della ministra Azzolina ai sindacati scuola di sabotare l’avvio dell’anno scolastico, oltre che fuori luogo è anche ingeneroso, vista la tregua concessa dai medesimi su una piattaforma, presentata ad aprile da tutti i sindacati firmatari del contratto nazionale, che ha prodotto solo qualche miglioramento rispetto alle iniziali intenzioni del governo.
La partita sul precariato, la riduzione del numero degli alunni per classe, risorse adeguate per un recupero del mal tolto da decenni di tagli e un rilancio della scuola pubblica, sono di là da venire e limitarsi alle critiche ad una ministra imbarazzante è un po’ come sparare sulla croce rossa. Certo organizzare mobilitazioni in questo periodo è difficile, ma anche l’occasione dello sciopero e della manifestazione indetta da Priorità alla Scuola per il 26 settembre non sembra riscaldare l’azione dei sindacati firmatari di una piattaforma tanto avanzata quanto poco sostenuta da mobilitazioni, che sarebbero indispensabili per invertire una rotta diretta verso misure minimali, lontanissime dal poter affrontare i numerosi e complessi problemi della scuola.
La FLCGIL da parte sua mostra una maggiore attenzione, ma sconta come al solito i freni esterni e interni per produrre un’azione più decisa, che dovrebbe puntare a una diffusione capillare delle ragioni della piattaforma di aprile e ad una campagna decisa verso l’appuntamento del 26 settembre. Debole è stata anche la denuncia sui soldi alle scuole private, che se giustificati dal fatto che si tratta di imprese come tutte le altre e si preoccupano di profitti più che di diritto allo studio, a maggior ragione non dovrebbero essere considerate “paritarie” con le scuole pubbliche, com’è avvenuto a partire da quel regalo che ci fece il centrosinistra con la legge 62 del 2000.
I 5stelle, che hanno capovolto tutte le posizioni per le quali hanno chiesto voti agli elettori, anche sulla vicenda dei parlamentari per i quali chiedono di ridurre il numero ma non i privilegi, fanno quadrato intorno alla Azzolina, che ci mette del suo nello squalificare l’operato del Governo sulla scuola, straparlando di “allargamento delle aule” e altre amenità del genere, dicendo la sera cose diverse da quelle della mattina e da ultimo, in perfetto stile grillino, accusando i sindacati di boicottaggio, per scaricarsi da responsabilità che non sa e non può gestire, stanti le risorse a disposizione.
Così non siamo messi bene, con la pandemia che si riaccende, il fai da te di Amministrazioni locali e Istituzioni scolastiche e universitarie a gestire un’autonomia disegnata e attuata per deresponsabilizzare uno Stato, che dovrebbe invece garantire i diritti costituzionali. La soluzione degli spazi di sicurezza alle Università è emblematica, la metà degli studenti assisterà alle lezioni in presenza, l’altra metà a distanza. Non bisogna però arrendersi, cadere in una sfiducia senza speranza per il futuro delle nuove generazioni. La giornata del 26 è lì che aspetta una grande mobilitazione e partecipazione. Noi di Rifondazione Comunista ci saremo e cercheremo di fare in modo che ci siano tanti/e altri/e.
Loredana Fraleone
(Responsabile Scuola Università Ricerca PRC/SE)
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