Sindacati sul piede di guerra: pronti allo sciopero
I sindacati della scuola Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda confermano la manifestazione a Roma, già annunciata nei giorni scorsi, che si svolgerà lunedì 28, dalle ore 11 alle ore 13,30, presso il Centro Congressi Cavour: l’obiettivo dell’iniziativa è esprimere “netto dissenso sulla politica del Governo in merito alla scuola e per avanzare le proprie richieste rispettivamente sullo sblocco del contratto, la corresponsione degli scatti di anzianità e la soluzione del problema del precariato scolastico”.
Alla manifestazione parteciperanno gli organismi dirigenti di tutti i sindacati della scuola. Che si confronteranno sulle modalità di opposizione alle ultime decisioni prese dal Governo. In particolare per dire no a blocco del contratto e degli scatti di anzianità, oltre che la mancata assunzione del problema del precariato scolastico.
Il malcontento tra i lavoratori è alto. E i sindacati lo sanno bene. Domenico Pantaleo, segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza della Cgil non si nasconde dietro a un dito. Anzi, dichiara che “non escludiamo una manifestazione nazionale (stavolta in piazza n.d.r.) entro fine novembre“. Il sindacalista della Cgil di comparto riassume anche i punti al centro dell’attenzione dei sindacati: la riconquista del contratto nazionale “sia nella parte economica che normativa“, il pagamento ed il ripristino degli scatti di anzianità e la necessità di “tornare a investire nella scuola, iniziando con il risolvere il problema del precariato“.
Che la misura sia colma lo dimostrano anche le parole di Marco Paolo Nigi, segretario generale Snals, solitamente tra i leader di comparto più pacati e dediti al confronto: “Ci troviamo di fronte a una sostanziale disattenzione della classe politica verso i reali problemi della scuola, dei giovani e del Paese, a una presa in giro di cui hanno responsabilità tutti i partiti e una parte degli apparati dello Stato. A questo punto dobbiamo dire che il declino cui assistiamo è voluto e non casuale. La mobilitazione – conclude Nigi – è dichiarata e non escludiamo lo sciopero“. E se lo dice lui, dobbiamo credere che non si tratta solamente di una minaccia.