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Sindacati “tiepidi” sugli 85 euro in più “promessi” da Renzi

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A commentare favorevolmente l’annuncio del presidente Matteo Renzi sulla detassazione degli stipendi al di sotto dei 1.500 euro è per ora solamente la Cisl Scuola che in un lungo comunicato fornisce anche alcuni dati interessanti.
Da questa tabella, per esempio, si evince che tutto il personale Ata, ad eccezione dei DSGA, rientrerebbe nel beneficio fiscale di cui parla il Governo.
Ma anche un buon numero di docenti (soprattutto di infanzia e primaria) potrebbe avvantaggiarsene.

 

PERSONALE IN SERVIZIO NELLA SCUOLA STATALE

Qualifica

addetti

stipendio iniziale

stipendio
a fine carriera

Collaboratori Scolastici

136.000

1.008,25

1.243,78

Assistenti amm.vi e tecnici

64.700

1.108,20

1.409,55

Docenti primaria e infanzia

330.000

1.301,10

1.816,75

Docenti secondaria I grado

170.000

1.392,51

1.959,12

Docenti secondaria  II grado

235.000

1.392,91

2.026,55

Secondo le stime di Cisl Scuola stanno sotto i 1.500 euro la metà dei docenti di scuola primaria e dell’infanzia e oltre un terzo di quelli delle secondarie.
Complessivamente, aggiunge sempre la Cisl, in un comparto che impiega 935.000 addetti più della metà (500.000 circa) riceve retribuzioni con cui “si fa fatica a vivere”.
Per la Uil parla il segretario confederale Luigi Angeletti: “Ottimo. Finalmente, dopo 4 anni di scioperi e manifestazioni siamo riusciti a far sì che i lavoratori abbiano una consistente riduzione delle tasse. Sicuramente è una svolta. Ora vedremo i dettagli e, ovviamente, ci auguriamo che non si sia dimenticato dei pensionati”.
E, in effetti, è proprio sui pensionati che si stanno addensando le prime nubi, perché, a quanto pare, il Commissario Cottarelli starebbe pensando ad un prelievo forzoso su tutte le pensioni oltre i 2.500 euro. Il che significherebbe toccare anche i dirigenti scolastici in pensione i quali – se hanno lasciato il lavoro negli ultimi 7-8 anni – possono contare su una pensione variabile fra i 2.700 e i 3.200 euro mensili.
Susanna Camusso ha già fatto sapere che le pensioni che derivano da contributi versati per 40 anni di lavoro non si possono toccare.
Intanto resta del tutto irrisolta la questione delle risorse per il fondo di istituto che saranno drasticamente tagliate per evitare di chiedere la restituzione degli scatti stipendiali già pagati.
La sensazione è che per il comparto scuola, a conti fatti, gli 85 euro mensili si copriranno in buona sostanza con fondi già esistenti.