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Sindacati, torna lo scetticismo. E si allunga la lista degli scioperi

Sembra essersi esaurito in meno di due mesi il credito che il ministro Profumo sembrava portare come “dote” poiché facente parte di un Governo tecnico super partes: al termine del primo incontro del 2012, i segretari delle maggiori organizzazioni che rappresentano i lavoratori sono sembrati tutt’altro che soddisfatti del comportamento del nuovo “inquilino” di viale Trastevere. A riassumere al meglio il loro stato d’animo è stato probabilmente Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, che ha detto sommariamente: “la sensazione è che si intende discutere di altro”. Le perplessità sindacali derivano da una strategia troppo attendista del Miur su temi (come lo sblocco degli scatti automatici e l’avvio dei Tfa) che per la loro delicatezza ed importanza sarebbe giunta proprio l’ora di affrontare e risolvere in tempi brevissimi.
Non solo. Mentre il Ministro continuava a rimandare soluzioni, i sindacalisti presenti hanno quasi tutti portato sul tavolo del Miur altre questioni. Senza però condurle in modo organico: ogni organizzazione propone la propria. Una “tattica” probabilmente da ricondurre anche all’esigenza di inviare dei messaggi ai lavoratori, in vista del voto di marzo per l’elezione delle Rsu d’istituto.
Per cercare di rimpolpare degli stipendi fermi o che a malapena coprono l’inflazione (grazie ormai solo agli scatti stipendiali, sempre se garantiti), la Uil ha chiesto ad esempio di detassare, così come avviene nel settore privato, tutto il lavoro aggiuntivo che viene fatto nelle scuole: è bene ricordare, su questo punto, che rispetto a quanto viene speso dallo Stato per una prestazione aggiuntiva alla didattica curricolare, ad esempio l’attivazione di uno sportello didattico pomeridiano per far recuperare determinate lacune agli studenti o di un progetto o di una funzione strumentale o aggiuntiva, nelle tasche del docente vanno finire appena la metà di quei soldi.
Lo Snals, invece, è tornato a chiedere l’introduzione di un organico funzionale pluriennale con conseguente superamento dell’attuale distinzione in due fasi (diritto e fatto) e la stabilizzazione del personale attualmente precario su tutti i posti disponibili. Delle critiche sono giunte pure sul fronte della premialità di scuole e docenti più bravi, che il Miur sembrerebbe orientato a confermare attraverso un’altra sperimentazione. Sempre lo Snals si è detto contrario alla “concessione di benefici una tantum ad una esigua percentuale”.
Anche la Gilda ha chiesto di spostare l’attenzione su altri problemi “che affliggono la categoria, a cominciare dalla riforma pensionistica che ha colpito in modo particolare gli insegnanti, che sono tra i più anziani del mondo”. Secondo il segretario Di Meglio sarebbe il caso di cominciare a pensare seriamente di diminuire l’orario d’insegnamento negli ultimi anni di servizio, impiegando i docenti in attività di tutoraggio, e, nel contempo, dare il via libera al part time più pensione, in modo da liberare un numero consistente di posti sui quali inserire i neo assunti.
E pure agli altri sindacati la posizione attendista di Profumo comincia a non piacere. Anzi, alcuni hanno già perso la pazienza. Come l’Anief, che ha proclamato lo sciopero generale per il prossimo 3 marzo: con questa decisione il sindacato chiede a tutto il personale, che sarà impegnato dal 5 al 7 marzo nella votazione delle Rsu d’istituto, di inviare un chiaro messaggio a ministero e Governo che su una serie di punti “continuano a non rispondere”.
L’Anief ha predisposto un lungo elenco di istanze che, qualora riuscisse a “sfondare” il tetto del 5 % di rappresentatività, ha intenzione di discutere e concertare con i massimi rappresentanti del Miur. Tra i vari punti toccati dal sindacato di Pacifico vi è l’immediato sblocco degli scatti di anzianità, che “comunque vada non comporterà mai un completo recupero sotto forma previdenziale e di carriera”, il ripristino della mobilità triennale e dei gradoni di stipendio per i neo-immessi in ruolo, l’indennità di reggenza e di sostituzione del dirigente per i vicari. In particolare per i precari, l’Anief rivendica lo sblocco dei posti accantonati, la cessazione in auto-tutela del contenzioso sulle graduatorie, la rideterminazione al 31 agosto dei contratti siglati erroneamente al 30 giugno, gli scatti di anzianità durante il pre-ruolo. Sul versante concorsi, invece, il sindacato auspica un doppio canale di reclutamento, per il 50% aperto ai concorsi per tutto il personale abilitato e il 50% riservato allo scorrimento delle graduatorie ad esaurimento dove inserire sempre tutto il personale abilitato.
È bene ricordare che lo sciopero generale dell’Anief va ad aggiungersi a quello proclamato per il 27 gennaio da una serie di sindacati di base (Usb, Slai-Cobas, Cib-Unicobas, Snater, Usi, Sicobas e lo stesso Anief) per protestare, più specificatamente, contro la “manovra Monti” ed in particolare per dire no ai tagli della spesa pubblica e l’innalzamento dei requisiti per andare in pensione. E a quello annunciato dai Cobas, con un lasso di tempo da record, addirittura per l’8 maggio, quando prenderanno avvio le prove Invalsi, che secondo lo stesso sindacato di base dovrebbero prevedere adeguati finanziamenti, mentre sino ad oggi sono stati imposti e mai remunerati perché non considerati lavoro extra (di preparazione e correzione degli elaborati).
Alessandro Giuliani

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