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Sindaco Sala: Milano non vuole esclusione

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Ha scatenato un profondo dibattito il post su Facebook del sindaco Beppe Sala a commento del regolamento della Scuola Svizzera di Milano che sconsiglia l’iscrizione ‘a bambini affetti da disturbi dell’apprendimento, quali: dislessia, discalculia, ADHS, Sindrome Asperger, autismo, e disturbi comportamentali’. “Tutto questo è inaccettabile – ha scritto il sindaco – È l’esatto contrario del modello inclusivo di scuola che è previsto in Italia. Questa non è la Milano che vogliamo”.

Il suo post ha nel giro di poche ore raccolto un migliaio di approvazioni, ma anche qualche riflessione di non condivisione.

 

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Se la maggioranza infatti suggerisce al sindaco di prendere dei provvedimenti nei confronti della scuola, altri lo invitano a pensare allo condizioni della scuole comunali e pubbliche.

Intanto la responsabile Scuola del PD Simona Malpezzi e la deputata della VII Commissione Laura Coccia, commentando il regolamento approvato dal Consiglio della Scuola Svizzera di Milano, fondata nel 1919 e una delle 18 Scuole Svizzere all’estero, sottoposta alla sorveglianza del Dipartimento Federale degli Interni di Berna, hanno dichiarato: “È molto triste che nel nostro Paese, che, molto prima di altri, ha abolito le classi differenziali individuando nuovi modelli didattici in cui attivare forme di integrazione trasversale e in cui l’inclusione riguarda tutta la classe, si verifichino episodi di questo genere”.

Al punto 2.5 del regolamento si legge infatti che ‘essendo la Scuola Svizzera impegnativa e multilingue, non è ottimale per studenti affetti da disturbi dell’apprendimento, quali: “dislessia, discalculia, ADHS, Sindrome Asperger, autismo, e disturbi comportamentali”.

“Precisiamo che le scuole svizzere in Italia non sono paritarie e non beneficiano di alcun finanziamento da parte dello Stato – affermano Malpezzi e Coccia – tuttavia dal 1999 il certificato di maturità che rilasciano è riconosciuto in tutta Italia allo stesso livello di un diploma di scuola secondaria superiore secondo un accordo tra il nostro governo e quello svizzero. Il Pd, nel biasimare questa scelta, ribadisce il suo impegno per promuovere l’inclusione di tutti i bambini e ragazzi senza alcuna distinzione. Ci dispiace per gli studenti della scuola svizzera che non potranno beneficiare della straordinaria esperienza di una scuola accogliente e inclusiva. Il successo formativo degli studenti dipende anche dalla capacità di comprendere le diversità e interagire con tutti, nessuno escluso”.