Singapore, vado a Singapore… Cantava così negli anni ’70 il gruppo musicale “I Nuovi Angeli”.
A distanza di mezzo Secolo è opportuno tornare a Singapore, non per le vacanze, ma per studiarne il sistema scolastico considerato che Singapore è definita “la mecca della didattica” per le performance dei suoi studenti che, nelle rilevazioni OCSE-PISA del 2015 e del 2018, hanno raggiunto risultati strabilianti risultando in testa alle classifiche negli apprendimenti nella lingua, nella matematica e scienze.
Nell’alfabetizzazione in lettura, tema principale di PISA 2018, i quindicenni di Singapore ottengono 549 punti rispetto ai 476 degli omologhi italiani; in matematica raggiungono 569 punti superando di molto le studentesse e gli studenti italiani che si fermano a 487 e in competenze in scienze Singapore raggiunge quota 551 contro i 468 punti degli italiani.
Per avere un’idea delle gravi conseguenze di questi divari tra studenti di Singapore e studenti italiani è necessario sapere che nelle indagini OCSE-PISA 30 punti equivalgono ad un anno di apprendimenti, per cui è facile immaginare come le nostre giovani generazioni, che dovranno competere a livello globale, avranno difficoltà ad imporsi nel mondo delle start up, della ricerca.
È opportuno mettere a fuoco, allora, alcuni elementi che caratterizzano il sistema scolastico della Repubblica del Singapore e permettono di puntare al massimo delle performance a livello internazionale sin dal 2003.
Dirigenti scolastici
Molta attenzione è dedicata al reclutamento dei dirigenti scolastici che, prima di assumere la leadership scolastica devono essere stati prima insegnanti e poi aver ricoperto ruoli gestionali all’interno delle loro istituzioni scolastiche.
La qualità dei dirigenti scolastici di Singapore è il risultato di elevati standard che i candidati devono soddisfare per diventare docenti, ma anche dell’altissima qualità della formazione e del supporto che gli individui selezionati per la promozione alla carriera di leader ricevono dal National Institute of education.
Docenti
Un’attenzione particolare in Singapore è dedicata all’accoglienza e all’accompagnamento dei docenti neo-assunti che permette di creare un sistema scolastico sostenibile. Per 6 anni i docenti che iniziano la loro funzione docente fanno tesoro dei consigli, dei suggerimenti dei loro colleghi “senior” sentendosi, così, subito inseriti all’interno di una squadra che lavora per una “comunità educante”.
Nella nostra esperienza, invece, il tutoraggio garantito solo nel primo anno di prova riduce tutto ad una dimensione burocratica senza alcun vantaggio per il docente neoassunto e con il conseguente risultato che l’impresa educativa diventa un’esperienza personale, individuale e di “solitudine”.
Un tentativo per mutuare il buon esempio che ci veniva dal Singapore è avvenuto in Italia con il decreto legislativo 59 del 2017 quando si è pensato ad un reclutamento dei docenti che prevedeva un percorso post concorsuale di tre anni da dedicare a un anno di formazione, un anno di inserimento e un anno di tirocinio.
Per tornare in Singapore, ai docenti sono offerte numerose opportunità di crescere professionalmente e assumere responsabilità di leadership. A seconda delle proprie capacità e degli obiettivi di carriera, gli insegnanti possono rimanere in classe e diventare insegnanti “Lead” e “Master” assumendo ruoli specialistici come esperti del curricolo o consulenti per l’orientamento; oppure possono assumere responsabilità di leadership come capi dipartimento e vicepresidi.
Ad ogni passaggio di carriera sono previsti aumenti salariali e ulteriori opportunità di formazione e tutoraggio.
Educational performance Management System
Il sistema di gestione delle prestazioni di Singapore, noto come Educational performance Management System, è progettato esplicitamente per collegarsi allo sviluppo professionale per offrire opportunità di crescita a insegnanti efficaci. La promozione ai vari gradini della carriera dipende esclusivamente dalle prestazioni e dalle capacità dimostrate sul campo. In Singapore, gli insegnanti con un potenziale di leadership vengono identificati in anticipo e curati per assumere posizioni via via di maggiore responsabilità passando in genere da “subject head”, a capo dipartimento a vicepreside per poi diventare capo d’istituto.
Queste figure di middle management partecipano normalmente a programmi di sviluppo professionale come Pre-service Leaders in Education che includono una formazione in teoria e pratica manageriale con una chiara focalizzazione sulle comunità professionali come contesto organizzativo tipico degli istituti scolastici.
Un altro gruppo di formazione il “Management and leadership School” è gestito dal NIE e mira a preparare il Middle Management per la fase successiva del percorso di leadership. I vicepresidi in procinto di essere promossi a presidi partecipano a un test di simulazione di due giorni che richiede loro di dimostrare capacità di affrontare i problemi reali della vita scolastica.
Coloro che sono stati selezionati proseguono con il programma “Leaders in Education” della durata di sei mesi che comprende corsi, attività sul campo, tutoraggio e visite ad altre aziende di altri Paesi.
Queste considerazioni fanno cogliere l’importanza di avere una squadra qualificata e competente di dirigenti, direttori servizi generali e amministrativi, docenti per poter affrontare e assolvere alle sfide dell’educazione del futuro.
Anche l’Italia si è cimentata recentemente per innovare il suo sistema scolastico con la Legge 107 del 2015, ma si è erroneamente pensato che poteva implementarsi senza un’adeguata squadra: nell’anno scolastico 2015/ 2016, anno in cui le novità della legge 107 avrebbero dovuto trovare la loro applicazione nelle aule scolastiche, le 8.000 Istituzioni scolastiche erano prive di 3.000 dirigenti scolastici, di 2.700 direttori servizi generali e amministrativi e il corpo ispettivo che dovrebbe agevolare ed implementare le innovazioni ridotto ai minimi termini con un organico di soli 59 dirigenti tecnici.
Il nuovo Governo ha ribadito la “centralità della scuola” e per questo obiettivo avrà anche le risorse finanziarie del recovery fund e allora è necessario definire obiettivi adeguati all’Agenda 2030 e creare una squadra di operatori scolastici competenti, motivati, capaci di cimentarsi con creatività alle sfide globali del terzo millennio.