L’inizio dell’anno scolastico si prospetta burrascoso. Molti nodi sono da sciogliere: le riforme che aspettano di essere completate o cancellate, i docenti precari che non trovano più cattedre, le manifestazioni e gli scioperi annunciati dai sindacati contro la politica del Governo…
Pure, fra le incertezze e i timori che gravano, ci sembra opportuno, rivolgendoci agli insegnanti, mandare loro un messaggio, coinvolgerli in riflessioni (di autori di diversi orientamenti politici e pubblicate su quotidiani italiani) per una scuola, patrimonio comune, che va costruita ed amata giorno per giorno.
"… fermatevi ad osservare un istante i bambini più piccoli … e di questi scolaretti osservate qualche istante i comportamenti. Due diverse tipologie sono chiaramente riconoscibili:
a) gli scalpitanti, che non vedono l’ora di entrare, spavaldi, sicuri di sé; nella loro breve vita non si sono per fortuna ancora persi in nessun bosco oscuro, sono travolgenti e spumeggianti, come l’onda del mare quando arriva;
b) gli intimiditi, gli esitanti, la mamma li ha addobbati al meglio, ma loro, senza sapere di saperlo, sanno già che non appartengono alla squadra dei forti; nella loro breve vita si sono già persi almeno una volta nel bosco, hanno già incontrato le tre streghe…, nel mare dei bambini che aspettano l’apertura dei cancelli, sono l’ondina che indietreggia, che si ritira, vinta dalla forza dell’altra che incalza e travolge…".
" …A scuola i bambini e gli adolescenti passano tante ore, tanti mesi, tanti anni, si socializza o ci si isola, si acquisisce un’idea positiva della conoscenza o la si perde o non ci si avvicina addirittura mai. La scuola è fatta per imparare a educare il pensiero e la ragione ad allargarsi, a misurarsi, a diventare critici o adeguati; la scuola insegna al bambino i modi, i tempi, gli strumenti per affrontare il mondo, per interpretarlo, per starci dentro senza sentirsi fuori…".
"…Per essere realmente una comunità solidale… la scuola deve formare le coscienze dei ragazzi al rispetto delle opinioni altrui, al dialogo, alla disponibilità ad accogliere chi è in situazioni di disagio…".
"Oggi più che mai c’è la necessità di fornire alle nuove generazioni criteri di orientamento e di discernimento in una società in cui tutto può apparire relativo ed equivalente…Anche la scuola deve occuparsi dell’anima…Se non viene educato questo spazio si rischia di non saper riconoscere la differenza tra uccidere e prendere un caffè al bar, di non sapersi trattenere da un impulso emotivo, di non sapere gestire una delusione o una sconfitta".
"…Per me, il buon maestro sarebbe quello che… riuscisse ad inculcare qualche grammo di dubbio sulla loro onnipotenza ai più spavaldi e qualche chilogrammo di autostima ai più insicuri …Lo riconoscerete, cari bambini… perché vi guarderà con orgoglio, stima fiducia, e allora subito anche gli altri bambini vi guarderanno così e allora vi sentirete forti anche voi e allora lo diventerete, e non vi trascinerete faticosamente, infelicemente, di classe in classe, di sconfitta in sconfitta".
"Amiamo la scuola, facciamola amare, rispettiamola, valorizziamola, non lasciamola sola a riempire i vuoti sociali, i vuoti morali, i vuoti religiosi, i vuoti delle idee. Facciamo amare la scuola ai nostri bambini, agli uomini che verranno, amandola come adulti per primi…".
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