La famiglia? Non sempre è lo scudo dietro il quale i ragazzi trovano protezione nei confronti della scuola che da essi pretende educazione e rispetto. E non sempre è il luogo della inettitudine, dentro il quale tutto si dà e a tutte le richieste si cede.
Nel caso del campione agli Australian Open di tennis, il 22enne Jannik Sinner, la famiglia ha assunto un ruolo straordinario, dallo stesso giovane evidenziato con parole mai forse prima sentite, ma soprattutto per prima pronunciate davanti ai giornalisti che gli chiedevano della sua eccezionale vittoria, spezzando nello stesso tempo il confine tra il ruolo dei genitori e la libertà dei figli: “Auguro a tutti di avere dei genitori come i miei, mi hanno sempre permesso di scegliere, non mi hanno mai messo sotto pressione anche quando praticavo altri sport. Auguro a tutti i bambini di avere quella libertà che ho avuto io”.
E ha pure aggiunto: “I miei genitori mi hanno sempre dato, non mi hanno mai messo pressione, forse è la chiave per cui sono qui oggi”.
Che è stato pure un modo per segnalare che lo stesso risultato, un figlio lo può conquistare da solo se ha un genitore che sa dargli fiducia e che crede in lui.
Sicuramente è stata una lezione per tutti i giovani in Italia, ma che serve ad aprire nello stesso tempo una riflessione sugli impedimenti che la gran parte di costoro hanno: economici soprattutto e di vivibilità quotidiana.
Ma non sono solo queste le considerazioni.
Una riguarda la scuola e l’ora di educazione fisica che è ancora considerato un momento di svago, più che di formazione. Lo sport, un divertimento, più che una strada per crescere, per cui servirebbero misure speciali perché i bambini possano praticare discipline ( che è termine che vale come materia di studio e anche come comportamento: atto di istruire ma anche maniera di comportarsi) sportive.
E forse sta anche qui l’essenza della vittoria di Sinner, come dice un grande allenatore: “Gli sport insegnano la fiducia in sé stessi. La consapevolezza che costanza e motivazione porteranno a dei risultati potenzia il senso di auto efficacia. E poi allenare la speranza: questo significa che quando raggiungiamo un obiettivo lavorando sodo con fatica e impegno, la volta successiva in cui ci troviamo in una situazione difficile siamo più pronti e ci mettiamo in gioco più di prima”.