Dopo la vittoria di domenica scorsa, Jannik Sinner sta facendo il giro delle istituzioni italiane per ricevere le congratulazioni e poi ritornare subito al lavoro con gli allenamenti. Dopo l’incontro con la presidente Meloni, oggi è il turno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ecco le parole del presidente: “Complimenti e grazie Bolelli, Sinner, Arnaldi, Sonego, Musetti, Berrettini, Vavassori. Complimenti al capitano Volandri, ruolo fondamentale prima e dopo i match, per aver saputo suscitare quello spirito di squadra che si è visto, per aver trasmesso serenità e concentrazione anche nei momenti difficili. Non si è attenuato l’entusiasmo che avete suscitato. Tanti hanno seguito ogni tappa del vostro percorso. Vi ringrazio per quello che avete manifestato in quei giorni: spirito di squadra, coesione, semplicità di comportamento, sintomo di grande valore umano. 47 anni sono tanti, ma sono convinto che non ci sarà un lungo intervallo prima della prossima vittoria. Un altro vostro merito, avete spinto molti giovani a giocare a tennis. Complimenti a Sinner, la vittoria di uno Slam è un grande risultato. Devo confidarle che ho potuto guardare la partita solo dall’inizio del 4° set e questo ha aiutato la mia serenità d’animo! Ero convinto che avrebbe vinto. Sono sicuro che giocherà al meglio ogni torneo ma nessuna pressione, quello che è importante è l’impegno, la lealtà, il senso sportivo, i sacrifici. Questo è quello che conta. Complimenti a Bolelli e Vavassori per l’arrivo in finale nel doppio. Avete espresso il livello massimo del doppio. Nessuna pressione per le Olimpiadi, siamo certi che farete il vostro meglio”.
Il discorso di Sinner: “Per noi è un onore essere qui, parlo per tutta la squadra. La cosa più importante non è stata solo vincere, ma quella di sentirci liberi in campo, di capirci e di essere felici, di ridere anche quando le cose non andavano bene. Portare qui la Coppa è una grandissima emozione. Ognuno di noi deve ringraziare soprattutto tutte le persone che stanno guardando da casa”.
Mattarella a Sinner: “Ho visto la partita dal quarto set e ho capito subito che lei avrebbe vinto. Apprezzo la sua sobrietà” pic.twitter.com/MpRLfFi2Kr
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) February 1, 2024
Sinner, il campionissimo e la scuola: ha abbandonato gli studi al quarto superiore e si è diplomato di recente da privatista
Come riporta Il Corriere della Sera, Sinner ha atteso un po’ prima di conseguire il diploma, dichiarando più volte che l’appuntamento fosse solo sospeso. Il campione si sarebbe diplomato da privatista di recente.
Come ha raccontato il suo primo istruttore a Il Corriere della Sera “la sua vita era solo tennis e scuola, finché ha potuto coniugare studio e sport: poi ha dovuto dare la maturità di ragioneria da privatista a Bolzano. Non ha mai avuto una vera gioventù e ancora oggi si diverte con un giro in mountain bike, un’escursione in montagna. Ma esiste solo il tennis: la sua vita, il suo lavoro, la sua fissazione, il suo amore”.
Sinner, il discorso dopo la vittoria: “Grazie ai miei genitori per avermi lasciato libero di provare e non avermi messo pressione”
Dopo aver ricevuto la coppa il campione di tennis ha detto alcune parole che hanno a che fare con l’educazione: “Grazie per la libertà. Grazie per avermi lasciato libero di provare, vorrei che tutti i bambini potessero sentirsi così, senza pressioni. Auguro a tutti di poter avere genitori come i miei, in genere non parlo mai di loro, ma volevo farli sentire speciali per una volta”.
Ed ecco lo stesso concetto ribadito dallo sportivo in un’intervista a Il Corriere della Sera: “Sono andato via di casa a 13 anni, costretto a crescere velocemente: ho imparato da solo a fare la lavanderia, a cucinare, a fare la spesa. Per un genitore lasciare andare un figlio così presto non è facile. Non ho ancora sentito i miei genitori. A loro non piace apparire: ho voluto fare una cosa carina per farli sentire speciali per una volta. Ho avuto la fortuna che i miei non mi mettessero pressione: non è così per tutti i ragazzi giovani che provano a costruirsi una carriera. Poi, forte lo diventi col lavoro”.