“Su scuola e sanità si scaricano aspettative, frustrazioni e disagi più che in passato”: a dirlo è stato Francesco Sinopoli, segretario Flc-Cgil, il sindacato che il 10 luglio ha organizzato a Roma un convegno sulla violenza nelle scuole.
Per Sinopoli l’importante è non affrontare il tema come “una emergenza di legge e ordine: non è quello il punto. È in crisi il patto tra scuola e famiglia che andrebbe ripensato e rifondato, tenendo conto che la scuola è una comunità di cui fanno parte anche le famiglie e va restituita alla scuola una funzione anche dal punto di vista simbolico: è stata vittima di interventi devastanti”.
“Se si vuole rafforzare la scuola nella società – ha detto ancora il sindacalista – bisogna investire risorse e aumentare le ore di programmazione per avere più tempo da dedicare anche a prevenire i conflitti e ad affrontarli. Bisogna riconoscere che c’è un profondo disagio sociale che si scarica più che in passato sulla scuola. I presidi dello Stato più esposti vivono una condizione di maggiore sofferenza”.
Anche i docenti e il personale Ata, comunque, si trovano non di rado a subire situazioni di violenza, spesso psicologica e a volte anche fisica, per opera dei genitori degli alunni o da parte degli stessi allievi.
Dal Governo, intanto, continuano a giungere segnali di sempre minore comprensione e tolleranza per chi si rende artefice di tali esperienze di prevaricazione.
“Gli studenti debbono tenere, nei confronti dell’istituzione scolastica e di tutte le sue componenti, un atteggiamento di rispetto”, ha detto il 10 luglio, nell’Aula della Camera, il sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano rispondendo ad una interpellanza urgente del Pd.
“E’ per questo – ha detto il rappresentante ‘grillino’ dell’esecutivo e del Miur – che non ci si limiterà solo a condannare gli episodi di violenza che si verificano all’interno del sistema educativo e formativo, ovverosia in una delle più importanti istituzioni del Paese, ma il Ministero verificherà, con la Presidenza del Consiglio, la possibilità di costituirsi parte civile nei procedimenti penali che abbiano ad oggetto episodi di violenza o anche di semplice minaccia, posti in essere da studenti o dai loro genitori o parenti nei confronti dei docenti e del personale amministrativo tecnico ed ausiliario”.
Giuliano, quindi, ha confermato quanto dichiarato alcune settimane fa dal ministro dell’Istruzione, al Corriere della Sera: “gli episodi di violenza – aveva detto Bussetti – vanno condannati duramente e, come ministro, non voglio limitarmi alla vicinanza formale: saremo al fianco di insegnanti, dirigenti, del personale amministrativo e ausiliario. Sono in contatto con la Presidenza del Consiglio affinché, in ogni procedimento attivato con querela, il ministero possa costituirsi parte civile”.
“Voglio rilanciare il rispetto per quella che considero la più importante istituzione del nostro Paese: da qui passa il futuro”, ha concluso il ministro.
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