Nel corso del suo lungo intervento al congresso nazionale (poco meno di un’ora e mezza) il segretario generale della Flc-Cgil Francesco Sinopoli ha toccato molti temi.
Di particolare interesse ci sono sembrate le sue parole sui problemi della autonomia scolastica e della dirigenza.
“La scuola – ha sottolineato Sinopoli – vive da molti anni un progressivo scivolamento verso l’autoreferenzialità, la solitudine, la chiusura. Sul piano interno oggi balza sempre di più agli occhi la progressiva verticalizzazione delle relazioni, sempre più autoritative, talvolta autoritarie in cui c’è un dirigente a cui fanno capo tutte le incombenze dell’istituto. I docenti sono polverizzati in una dimensione individualistica insieme alienante e rassicurante”.
“I consigli di classe – ha aggiunto – sono la ratifica intoccabile delle valutazioni individuali e i collegi macinano stancamente 3 al massimo 4 volte l’anno ordini del giorno che sono liste di decisioni predisposte dai dirigenti scolastici e che non lasciano spazio ad approfondimenti o discussioni a tutto campo. I genitori e gli studenti sono ormai quasi clienti”.
“Tutta la stagione delle riforme, dalla metà degli anni 70 fino alla fine degli anni 90 – ha ricordato il segretario – è stata possibile grazie a grandi processi di partecipazione e di lotta sociale intorno alla centralità del sapere per tutte e per tutti. Le elezioni per i consigli di distretto, per i consigli scolastici provinciali e per i consigli di istituto vedevano una significativa partecipazione che era riflesso di una spinta politica generale per il cambiamento”.
Ma Sinopoli ha rivendicato anche quello che a suo parere è un importante risultato ottenuto dalla Flc e dagli altri sindacati della scuola: “Bene abbiamo fatto nel contratto del 2016/18 a chiamare la scuola comunità educante e io in questo contratto vorrei aggiungere educante e democratica, così citiamo direttamente John Dewey”.
“Dobbiamo ricordare – avverte il segretario – Senza un rilancio democratico e partecipativo nella scuola, il nostro impegno sulla professionalità non sarà sufficiente. Se la comunità scolastica non ricostruisce una condizione partecipativa difficilmente favorirà le condizioni fondanti del concetto stesso di essere comunità non basterà averlo scritto nel contratto”.
Secondo Sinopoli è indispensabile rivalutare il ruolo dei collegi dei docenti nella attività di progettazione pedagogica e didattica, “Per fare ciò – argomenta ancora – abbiamo bisogno di più democrazia. E abbiamo bisogno di fare anche un bilancio di ciò che è oggi la dirigenza scolastica. Lo dico ponendomi un interrogativo: e se per tornare ad essere primus inter pares il preside tornasse alle sue attività autentiche di coordinamento dell’indirizzo didattico e pedagogico sarebbe così scandaloso?”
Su questo passaggio la platea si infiamma e scatta un lungo applauso.
Sinopoli prosegue e conclude sulla questione: “Ci rendiamo conto delle contraddizioni che apre questa deriva manageriale? Si tratta di contraddizione che riguardano la stessa categoria dei dirigenti scolastici e il dimensionamento scolastico accelererà questo processo perché li trasformerà in manager di territori sempre più ampi”.
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