Francesco Sinopoli, Segretario Nazionale della Flc Cgil, interviene, con un’intervista su “Il Manifesto”, sulla questione dei pochi euro messi disposizione per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale della scuola 2019-2021.
Di Maio, racconta il Segretario della Flc Cgil ai microfoni del giornalista Ciccarelli de Il Manifesto, aveva promesso ai docenti «stipendi europei». In legge di bilancio gli importi sono inferiori alla metà degli 85 euro ricevuti del contratto scuola firmato con la precedente ministra Valeria Fedeli, criticato anche dai Cinque Stelle.
Con queste risorse non ci sono le condizioni per aprire la trattativa. Si parla 1,7 miliardi di euro, comprensivi della perequazione dei salari più bassi, l’indennità per la vacanza contrattuale e il riordino delle carriere delle forze armate per tutto il lavoro pubblico. In queste condizioni arriviamo a 15-20 euro lordi in più al mese. Ci vogliono almeno due miliardi in più all’anno solo per l’istruzione e la ricerca.
Questa legge di bilancio, continua Sinopoli nell’intervista, giustamente, aumenta il deficit. Tuttavia avrebbe dovuto mettere al centro a sostegno della domanda aggregata l’aumento dei salari nel pubblico impiego. Lo avevano scritto nell’aggiornamento al Def. In compenso Di Maio ha parlato di una tassa sui petrolieri, M5S e il ministro Bussetti di una «sugar
tax».
Nelle leggi di bilancio, conclude Sinopoli, si vedono le priorità dei governi. Scuola e università non sono al centro dei pensieri di questa maggioranza, mi sembra oggettivo. È chiaro che se devi usare il deficit per le pensioni, uno sgravio che chiamano «flat tax» e per il cosiddetto «reddito di cittadinanza», non potrai pensare ad altro.
Sinopoli sostiene anche che l’abolizione del FIT si era resa necessaria perché era un percorso troppo lungo, tuttavia la riforma dei concorsi abilitanti portata avanti da Bussetti è ancora una soluzione pasticciata. Questa nuova riforma cancella la fase transitoria per i docenti con tre anni di servizio con una riserva del 10%. Ci sono misure rigide come il blocco dei cinque anni sulla scuola, il docente non si può muovere dalla sede di assegnazione e può concorrere per una sola classe di concorso. Sembra che, conclude il leader della Flc Cgil, l’obiettivo sia più che altro realizzare risparmi.
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