Tra il 13 e 15 settembre circa 750 studenti che vivono nelle zone colpite dal sisma del 24 agosto, come previsto, potranno iniziare il nuovo anno scolastico.
Se possibile, nelle loro scuole. In caso contrario, come ad Amatrice, si farà lezione nelle case di legno o nei prefabbricati. La decisione del Governo è presa, tanto che da lunedì 29 agosto prenderanno il via i sopralluoghi tecnici negli edifici scolastici colpiti dal sisma.
Due giorni dopo, l’ultimo giorno del mese, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, sarà ad Amatrice per una prima riunione operativa.
Sono 15 le scuole che si trovano nell’area colpita dal sisma. Il Miur sembra intenzionato a escludere l’ipotesi di trasferire i 750 studenti in altre zone. Ma bisognerà attendere l’esito delle verifiche per capire quali di questi 15 edifici scolastici potranno essere ancora utilizzati e quali no.
“Riuniremo l’Ufficio scolastico regionale e delle regioni limitrofe, tutti i dirigenti scolastici coinvolti e con il capo della Protezione civile Curcio e il sindaco ci metteremo al lavoro” ha spiegato, ribadendo che da domani una task force al Miur lavorerà all’obiettivo di far riaprire l’anno scolastico regolarmente nei luoghi del sisma “per dare ai bambini, così come ai loro insegnanti e a tutto il mondo della scuola, non solo la certezza della sicurezza dei muri ma anche un supporto psicologico”.
Però, ci sono anche edifici danneggiati o distrutti, per il ministro “non c’è una soluzione valida per tutti”: ad “Amatrice, ad esempio, dove la scuola è crollata e lì ci sarà una soluzione sostitutiva rispetto a un edificio che sarà ricostruito parallelamente”.
“Domani inizieranno i primi sopralluoghi nelle scuole colpite – ha detto domenica 28 il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio – in vista dell’apertura a settembre. L’obiettivo è riaprire prima possibile, ma prima di parlare di tempi ci vuole una valutazione tecnica seria del grado di danneggiamento e per vedere se è eliminabile, poi decideremo se gli istituti sono utilizzabili”. Una valutazione che, assicura Curcio, avverrà in tempi “brevissimi” ma che “ma va fatta seriamente”. “Quando conosceremo il quadro potremo pensare a soluzioni alternative per quelle inagibili, come dei moduli” prefabbricati o lo spostamento in altri istituti vicini e agibili, ha precisato il capo della protezione civile in una conferenza stampa a Rieti.
Anche i Comuni coinvolti nel sisma chiedono di dare priorità alla scuola: il 28 agosto, il primo cittadino di Arquata del Tronto, uno dei Comuni maggiormente colpiti, ha lanciato un appello affinchè si pensi a risolvere il problema dell’avvio delle lezioni. La scuola è stata infatti notevolmente danneggiata dal sisma, così il centinaio di bambini del paese sono rimasti senza aule in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico. “Mi hanno promesso – ha detto Aleandro Petruzzi – che manderanno dei container da usare come scuola. Non so però quando arriveranno. Se vanno via i bambini le mamme li seguiranno e il paese è finito”.
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