La Commissione Bilancio ha approvato un emendamento del Pd, che rifinanzia con 50 milioni di euro il sistema duale anche per il 2018, promuovendo percorsi di apprendistato di primo livello e in alternanza rafforzata.
“Combattere la disoccupazione giovanile, ridurre la dispersione scolastica, ampliare l’offerta formativa e rafforzare il collegamento tra mondo della scuola e mondo del lavoro passano anche dal rilancio del sistema di formazione e istruzione professionale in Italia e dall’offerta di percorsi che consentano ai ragazzi di misurarsi presto con il mondo del lavoro”: lo scrive Vita.it che aggiunge: “Hanno 15, 16, 17 anni. Studiano e lavorano. Guadagnano inizialmente 500 euro al mese, che però salgono presto, appena l’azienda impara a conoscerli e ad apprezzarli. Ad aprile 2017 erano 10.612 in Italia i ragazzi con un contratto di apprendistato di primo livello: sono ragazzi iscritti a percorsi della formazione e istruzione professionale (IeFP), diventeranno parrucchieri, estetiste, operatori del legno, elettricisti svolgendo una buona metà delle ore di formazione direttamente in azienda, retribuiti per le ore di lavoro svolte. Tra i settori produttivi collegati ai CCNL dei contratti utilizzati per gli apprendisti, si ritrvano il Turismo, l’Alberghiero, l’Acconciatura ed estetica ed il Commercio, ma in prima posizione compare il settore metalmeccanico, con una incidenza del 20%”.
Un report che si intitola “Monitoraggio sulla Sperimentazione del Sistema Duale degli enti Forma e Confap” dichiara che più di “mille giovani coinvolti vivono nella sola Lombardia, anche se una netta concentrazione di allievi coinvolti si registra in generale nelle regioni settentrionali, in particolare in Lombardia (26%), Veneto (19%) e Piemonte (16%). Il 18% dei ragazzi ha sottoscritto contratti di apprendistato per la qualifica ed il diploma, a fronte del 7% del dato complessivo della sperimentazione nazionale (dato INAPP). Per le imprese, è di assoluto rilievo il peso consistente delle piccole: si tratta di oltre il 90% del totale, seguite da una percentuale residuale di medie (7%) e grandi (1%)”.
Secondo il report il “sistema duale rappresenta quindi l’occasione per attuare un modello formativo integrato tra sistema educativo e lavoro che, da un lato, favorisca la creazione di un rapporto continuativo e coerente tra formazione e lavoro e, dall’altro, migliori la transizione aula – azienda, riducendo il gap tra competenze acquisite in contesti formativi e competenze richieste dal tessuto produttivo”.
Permane ancora, si legge su Vita.it, “il paradosso di avere 5,6 milioni di giovani europei disoccupati e il 36% delle imprese che riporta difficoltà a reclutare personale qualificato, con i più alti tassi di disoccupazione giovanile nei Paesi in cui vi è una maggiore diffusione di un’istruzione secondaria superiore di tipo generale, come Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, mentre i giovani inseriti in percorsi di apprendistato conseguono risultati occupazionali migliori rispetto ai coetanei che, allo stesso livello di qualifica, hanno frequentato percorsi formativi all’interno della scuola (Wallenborn & European Traning Foundation, 2011). In Italia, una ricerca Cedefop (2012) dimostra che lo status di lavoratori dei giovani europei di età compresa tra i 18 e i 24 anni era del 34,2% tra coloro che avevano frequentato un percorso di studi di tipo generale (licei), del 53,4% tra coloro che avevano frequentato un percorso di IeFP ordinario all’interno di un istituto formativo e del 78,3% tra i giovani che avevano frequentato un percorso di IeFP in modalità duale sia in apprendistato, sia in alternanza scuola-lavoro”.
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