L’aumento generale del costo della vita – consistente in derrate alimentari, beni di consumo, trasporti ed utenze – ha liquidato e polverizzato in solo un anno il potere d’acquisto pro-capite del ceto medio e della classe lavoratrice, la quale ha ricorso a limitare i consumi o affidarsi ad enti finanziari; tale strategia, come sollevato da numerosi sindacati, produce solo ulteriore debito e stress economico specie sui docenti, la cui mobilità è esasperata a seguito della carenza cronica di personale scolastico (docente o di supporto alle attività didattica per studenti con DSA o con disabilità – fatto che ha scatenato l’ira delle famiglie che hanno tali giovani nel proprio stato).
L’iperinflazione e il limitato potere d’acquisto hanno portato l’intero corpo docente a scendere in piazza nel Regno Unito di fatto paralizzando già da agosto la ripresa delle attività didattiche e la pianificazione delle stesse: Inghilterra e Irlanda del Nord hanno reagito in maniera più mite, mentre in Scozia e Galles – i cui governi sembrano restare sordi ed indifferenti alle richieste dei docenti – tali proteste hanno prodotto veri e propri blocchi alle attività didattiche lasciando decine di migliaia di studenti a casa. Il frutto di tale disagio ha convinto, nel breve periodo, il Ministero dell’Istruzione a ratificare dei nuovi accordi salariali proposti alle maggiori sigle sindacali (cifre attorno al + 7 %) le quali hanno declinato le offerte.
Un sindacato afferma che in Scozia andrà avanti un “programma progressivo” di ulteriori scioperi scolastici dopo che i membri hanno rifiutato un’offerta salariale. Unison ha detto che il personale di supporto – inclusi bidelli, addetti alle mense, assistenti di classe e addetti alle pulizie – ha votato a stragrande maggioranza contro l’accordo. Il mese scorso le scuole sono state chiuse per tre giorni dopo che il sindacato aveva rifiutato l’offerta dell’ente comunale Cosla. Questo ha descritto il risultato dello scrutinio come “molto deludente”. Sia i sindacati Unite che GMB avevano sospeso i piani di sciopero il mese scorso per consultarsi con i membri. Ma Unison è andata avanti con più di 21.000 dei suoi membri che hanno abbandonato l’iniziativa in 1.868 scuole. A migliaia di alunni è stato detto di restare a casa. Le date degli scioperi saranno annunciate nei prossimi giorni.
Lilian Macer, segretaria scozzese del sindacato, ha dichiarato: “Nessuno prende alla leggera l’azione sindacale. È una decisione molto difficile per chiunque, ma oltre che una questione di retribuzione, si tratta anche di difendere i servizi locali“. Sostenere i bambini a scuola tutti i giorni dell’anno, e molti sono anche genitori con figli in età scolare.” Ha aggiunto che il settore ha sofferto per anni di investimenti insufficienti e i membri vogliono che i bambini ricevano un’istruzione in” ambienti con risorse e personale adeguati. scuole”.
La controversia coinvolge il personale della ristorazione scolastica, delle pulizie, dell’amministrazione e dell’assistenza alle classi. Cosla ha dichiarato che il risultato dello scrutinio è stato deludente “data la forza – significato – dell’offerta sul tavolo”. La consigliera Katie Hagmann, portavoce di Cosla, ha dichiarato: “I leader del consiglio scozzese apprezzano la propria forza lavoro. Abbiamo ascoltato i nostri sindacati, soddisfatto tutte le loro richieste e lavorato con il governo scozzese per mettere sul tavolo un pacchetto salariale incredibilmente forte di mezzo miliardo di sterline. Offrire quasi il 10% o un aumento salariale di 2.006 sterline per i nostri lavoratori meno pagati, come richiesto espressamente dai sindacati, e 1.929 sterline o almeno il 5,5% per tutti gli altri è il massimo che il governo locale può fare senza incidere sui servizi e sull’occupazione.” Non sorprende che i membri dell’Unison abbiano rifiutato l’offerta di pagamento in modo così schiacciante. È stato fatto prima dello sciopero di tre giorni del mese scorso che ha ricevuto un solido sostegno da parte dei membri. Ora è probabile che si verifichino ulteriori disagi alle scuole a meno che non venga proposta un’offerta salariale migliore.
L’Unison non ha in mente una cifra specifica desiderabile, ma ci sono altri ambiti che potrebbero portare ad una soluzione. Il primo riguarda le modalità con cui verrebbe finanziato l’aumento salariale. Il sindacato teme che senza maggiori fondi da parte del governo scozzese per i comuni, che anche l’attuale offerta significherebbe tagli, risparmi e potenziali perdite di posti di lavoro. L’altro riguarda l’accordo su un percorso verso un aumento significativo dei salari del personale comunale meno retribuito. Il sindacato vuole un percorso più chiaro e specifico che porti tutti i dipendenti comunali a guadagnare almeno 15 sterline l’ora.
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