“Una Schengen della scuola”, ecco il riconoscimento dei diplomi di istruzione secondaria e dei periodi di studio all’estero. Si tratta di una vera e propria rivoluzione, solo l’inizio di quello che, detta della Commissione Europea, porterà al 2025 alla costituzione dell’Area educativa europea.
Dopo il via libera del Parlamento europeo di Strasburgo, manca quello del Consiglio dei Ministri dell’Istruzione europei (previsto per il 6 novembre) per l’entrata in vigore del provvedimento.
Si agevola così la mobilità interna all’Unione, passando dall’attuale processo di convergenza tra i 27 sistemi di istruzione a un sistema europeo maggiormente integrato e riducendo gli ostacoli amministrativi a una vera libera circolazione in Europa.
Attualmente, infatti, non esiste un meccanismo automatico per il riconoscimento dei titoli accademici a livello europeo. Ad oggi i titoli di studio stranieri non hanno valore legale in Italia per cui è necessario chiederne il riconoscimento qualora i titolari intendano avvalersene per l’esercizio di una professione, la partecipazione a un concorso o il proseguimento degli studi.
L’equipollenza dei titoli di studio, scolastica o accademica, è la procedura mediante la quale l’autorità scolastica o accademica determina l’equivalenza, a tutti gli effetti giuridici, di un titolo di studio conseguito all’estero con un determinato titolo presente nell’ordinamento italiano.
Può essere riconosciuto corrispondente ad un diploma italiano solo un titolo di studio finale conseguito all’estero al termine di un percorso scolastico.
L’equivalenza del titolo straniero a quello italiano, conseguito all’estero da un cittadino europeo e richiesto da un determinato bando di concorso al fine dell’ammissione agli esami di quel concorso, permette la partecipazione a quello specifico concorso senza che venga rilasciato un titolo italiano (equipollenza).
Con il riconoscimento dei diplomi di istruzione secondaria, si consentirà, ad esempio, di lavorare in Francia dopo una laurea in Italia; di essere ammessi, in Spagna, all’anno di studi successivo, dopo un anno di scuola in Germania; di insegnare in Svezia, dopo aver conseguito l’abilitazione in uno qualsiasi degli Stati membri.
A La Tecnica della Scuola, interviene Silvia Costa, eurodeputato del Partito Democratico: “Mi sono battuta molto su questo provvedimento perché è importante che gli Stati membri si assumano l’impegno politico per realizzare i meccanismi di automatico reciproco riconoscimento di diplomi e periodi di studio all’estero. Abbiamo fatto pressione per una maggior qualità dell’istruzione. Bisogna avere coraggio di andare oltre, soprattutto nei programmi. Perché non avere una parte di programma comune in tutta Europa, ad esempio per la storia e la cultura europea? Auspico che si apra un dibattito sia nell’opinione pubblica, ma anche all’interno della scuola”.
Cosa comporta, nel dettaglio, la risoluzione approvata?
“Promuove lo scambio di buone pratiche, il rilascio di “dichiarazioni di comparabilità” dei diplomi delle scuole secondarie superiori, l’introduzione di un sistema di controllo degli stessi e il coerente uso del sistema europeo di trasferimento e accumulo dei crediti formativi (ECTS)”.
Una misura davvero rivoluzionaria…
“Sì, la risoluzione punta finalmente ad eliminare delle falle nel sistema d’istruzione europeo. per una vera libera circolazione in Europa. Niente più ostacoli amministrativi, più libera circolazione degli studenti. E non solo: entro il 2021 entrerà in vigore un progetto, già in vigore in alcuni paesi, tra cui l’Italia, per la creazione di una e-card, una sorta di carta dello studente per la formazione e l’accesso a servizi e agevolazioni in tutta la carta europea. Un piccolo mattone del diritto allo studio europeo”.
IL TESTO DELLA RISOLUZIONE SUL RICONOSCIMENTO AUTOMATICO DEI DIPLOMI
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