Lo ha dichiarato la dirigente del liceo Tasso di Roma, durante il sit-in di ieri davanti al Ministero dell’Istruzione per protestare contro le dichiarazioni del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.
“Siamo qui per chiedere che qualcuno intervenga a liberare la scuola. In quell’area ci sono ben 2 scuole occupate, circa 2.000 studenti ai quali è precluso il diritto allo studio, circa 300 lavoratori ai quali è impedito di lavorare. Io ho un’esperienza di 23 anni, e ogni anno è la stessa storia: sempre novembre, sempre le stesse modalità, sempre e solo un piccolo gruppo che tiene in ostaggio la maggioranza. Il nostro obiettivo è di esserci, poi è chi deve far rispettare la legalità che deve intervenire”.
Ad accompagnare la preside anche alcuni genitori di studenti che si sono dichiarati contrari all’occupazione dell’istituto: “Credo che l’occupazione non sia una pratica percorribile. Insegniamo ai nostri figli le vie istituzionali, il rispetto delle regole, la legalità, e soprattutto che l’unica arma che hanno per cambiare il mondo è lo studio”.
“Come tutte le opinioni, quella del sottosegretario Faraone deve essere rispettata. Quello che mi piacerebbe, però, è che lui fosse uno degli interlocutori dei ragazzi, visto che lo ha scritto e si è proposto di farlo. Lui ha preso una posizione molto forte però deve anche prendersi la responsabilità di spiegare quanto ha detto, e capire che fatica si fa ad essere professori, dirigenti e genitori”, sottolinea un altro genitore.
E una docente afferma: “Un sottosegretario all’istruzione che scrive quelle cose che messaggio dà agli adolescenti? Che i leader si creano nelle occupazioni, che lui ha maturato la sua coscienza politica in un’occupazione, che così si combatte la noia della scuola, con gli studenti davanti alle cattedre? La scuola non è questa Noi abbiamo un rapporto diretto con gli studenti, c’è interazione, c’è dibattito. Quello che ha detto è stato offensivo e mortificante per i docenti e anche per gli studenti”.
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