Dalle famiglie calabresi una lettera ai Ministri Azzolina,
Speranza e Bonetti per un intervento urgente al fine di garantire il diritto
allo studio insieme alla tutela della salute e della sicurezza agli studenti di
una regione che ha chiuso le scuole di ogni ordine e grado più che per il
numero dei contagi per il disastro del sistema sanitario che ha catapultato
questa terra in zona rossa.
A scriverla è il coordinamento Calabria di Genitori in rete, un’associazione
di genitori che monitora, propone e dialoga con le Istituzioni affinchè i
diritti dei bambini e delle famiglie siano concretizzati nei servizi a loro
dedicati.
Sulla scuola in Calabria – afferma la dottoressa Silvia Crispino, delegata
responsabile del coordinamento Calabria dell’associazione di Genitori in
rete – “vogliamo capire come mai le scuole in questa regione sono state
chiuse non per accertati casi positivi o per focolai che si sarebbero potuti
creare all’interno della scuola, ma a mero scopo precauzionale e per
difficoltà delle aziende sanitarie locali di effettuare gli screening per la
mancanza di risorse strumentali e umane. Questo crea amarezza –
prosegue – perché si sta letteralmente distruggendo il diritto
all’istruzione. Abbiamo raccolto tante testimonianze, sia in Calabria che in
altre regioni, e abbiamo notato che fuori dai confini regionali la tendenza
non è la chiusura di un’intera scuola come avviene qui da noi anche per
contatti indiretti”.
Sono queste, in estrema sintesi, le ragioni che hanno portato alla stesura
di una richiesta formale alla Ministra dell’Istruzione, on. Lucia Azzolina e
alla viceministra all’Istruzione, on. Anna Ascani, e, per conoscenza, al
ministro della Salute, on. Roberto Speranza, e alla Ministra per le Pari
Opportunità e la Famiglia, prof.ssa Elena Bonetti.
Un’istanza alle massime cariche politiche scaturita da un’ordinanza (la n.87
del 14 novembre 2020, ndr) in cui il presidente f.f. della Regione Calabria,
Nino Spirlì, ha stabilito la sospensione delle attività didattiche in presenza
per le scuole di ogni ordine e grado. Attività scolastiche, peraltro, già
sospese “a scopo precauzionale per l’aumento generale dei contagi e a
causa dei ritardi nel processamento di eventuali tamponi, in numerosi
comuni della provincia di Catanzaro, fra cui Catanzaro, Lamezia Terme, San
Floro e in alcuni comuni della provincia di Cosenza, come Montalto
Uffugo”.
All’attenzione del dicastero dell’Istruzione il coordinamento Calabria ha
espresso la “forte preoccupazione per le conseguenze negative che la
sospensione delle attività scolastiche hanno soprattutto sulle bambine e i
bambini più piccoli e per i quali le forme di didattica a distanza sappiamo
non essere la migliore soluzione e in alcuni casi non possono essere la
soluzione. Peraltro non capiamo come sia stato possibile che la Regione
abbia deciso di tenere aperti i servizi educativi 0 – 3 e lasciare chiusi quelli
3 -6, non considerando affatto quanto stabilito dalla legge n. 107/2015 e
dal successivo Dlgs n. 65/2017 che istituisce il sistema integrato di
educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni”.
Focus particolare merita, inoltre, “il non rispetto dei protocolli nazionali – è
scritto ancora nella missiva – con particolare riferimento al Rapporto
dell’ISS Covid 19 n. 58/2020 per quanto riguarda la gestione dei casi covid
riscontrati a scuola di cui al paragrafo 2.2. Ci risultano numerosi casi di
chiusure di scuole per casi indiretti e quindi non attivati in ambito
scolastico, così come chiusura di intere scuole e non l’attivazione della
quarantena solo per le classi interessate da un caso positivo”.
La richiesta ai Ministri è quella di un “intervento con le Istituzioni Regionali
e locali affinché non venga negato il diritto allo studio, non per effettivi
focolai riscontrati in ambito scolastico ma per l’incapacità di gestione
sanitaria e amministrativa. È necessario garantire il diritto allo studio
insieme alla tutela della salute e della sicurezza”.
Un intervento che si ritiene ancora più urgente “in una regione come la
Calabria, con problemi di digital divide e di gravi situazioni di povertà e
disagio sociale, affinché l’utilizzo di forme di didattica a distanza non
accresca le disuguaglianze”.
L’auspicio dell’Associazione è quello di un confronto interministeriale su
aspetti fondamentali quali “verifica della situazione sull’applicazione dei
protocolli approvati a livello nazionale sulle procedure Covid-19 per le
scuole; Trasparenza e comunicazione delle informazioni da parte dei
Dipartimenti di Prevenzione sui dati certi relativi ai contagi in ambito
scolastico, in modo che attraverso il tracciamento si possa consentire di
fare scelte mirate con la chiusura delle classi in quarantena e non di interi
istituti scolastici; Individuazione di soluzioni adeguate ai ritardi nella
gestione degli screening e del processamento dei tamponi, dando la
dovuta e giusta priorità al personale scolastico e agli studenti interessati;
Pubblicazione a livello nazionale e aggiornamento strutturato dei dati sui
contagi in ambito scolastico; – e per concludere – Previsione di aiuti per la
conciliazione vita-lavoro delle famiglie in questa particolare situazione. Tali
misure si rendono urgenti, anche per evitare che siano i nonni, soggetti più
fragili dal punto di vista dei contagi covid, a dover sopperire alle misure di
welfare necessarie”.
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