Sul problema delle sofferenze finanziarie delle scuole è in arrivo qualche (piccola) buona notizia dal Ministero.
Nella giornata del 16 febbraio, nel corso di un incontro con i sindacati, i dirigenti di viale Trastevere hanno fornito qualche rassicurazione in merito alle risorse necessarie per pagare le supplenze: è possibile che d’ora innanzi gli accrediti vengano effettuati anche mensilmente in modo da evitare che le scuole debbano ricorrere ad anticipi di cassa per liquidare gli stipendi.
Il Ministero ha fornito garanzie anche sulla erogazione dei fondi necessari per pagare le ore eccedenti del personale: ci sono in ballo poco più di 28milioni di euro che verranno ripartiti fra scuola primaria (9milioni) e scuola secondaria (i restanti 17 milioni).
Sempre nei prossimi giorni verranno comunicati alle scuole anche gli importi destinati a retribuire gli incarichi specifici del personale Ata (30milioni in tutto). Pochi i passi in avanti sulla questione della riduzione del 25% dei finanziamenti per gli appalti di pulizia, mentre sembra ormai assodato che i fondi contrattuali, i contribuiti delle famiglie e degli enti locali dovranno restare vincolati alle finalità proprie.
Tali fondi, quindi, non potranno essere utilizzati dalle scuole per la copertura delle spese di funzionamento ordinario.
Ma è proprio sulla questione del funzionamento che il Ministero non ha fornito le risposte che ci si aspettava: i tecnici di viale Trastevere hanno fatto sapere di aver segnalato il problema al Ministero dell’Economia che adesso dovrà dare una risposta.
Già in un incontro precedente, tuttavia, il Miur aveva fatto presente che secondo i tecnici del Tesoro non ci sono le condizioni per aprire i cordoni della borsa; e questo sulla base di un semplice calcolo aritmetico: secondo uno degli ultimi monitoraggi nelle casse delle 10mila scuole italiane ci sarebbe una somma di poco superiore a un miliardo e 100 milioni di euro, mentre i debiti ammonterebbero a 400milioni; in pratica, secondo i calcoli del Ministero di Tremonti, le scuole avrebbero un attivo di 700milioni e quindi non si capisce per quale motivo si debbano erogare altri fondi.
Il fatto è che il calcolo del Tesoro trascura un particolare di non poco conto: nelle casse delle scuole ci sono anche soldi di diversa provenienza (Comuni, Regioni, alunni, ecc..) e dunque il calcolo è un po’ più complesso.
Di conseguenza, il Miur non pare intenzionato, almeno per ora, a fare sconti in fatto di trattamento dei residui attivi anche se molte scuole sembrano decise a non seguire le indicazioni ministeriali su questo punto.
D’altronde in fase di predisposizione del Programma Annuale il Ministero non può forzare la mano più di tanto; la musica potrebbe invece cambiare in modo decisivo fra un paio di mesi quando si dovranno approvare i conti consuntivi: cosa succederà se ai revisori verrà “suggerito” di bloccare i documenti contabili in cui l’avanzo di amministrazione non sia stato utilizzato per coprire il disavanzo dovuto a insufficienti erogazioni di fondi da parte del Ministero ?
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