Molte le regioni amministrative del paese che stanno facendo i conti con una sensibile e preoccupante impennata dei contagi all’interno degli ambienti scolastici ed universitari, nonché nei siti produttivi ed industriali, in cui si registrano numerosi focolai da COVID-19 che costringono le fabbriche a dichiarare chiusura temporanea, ottemperando alle soglie di sicurezza sanitaria emesse dal Ministero della Salute.
Riparte la suddivisione delle regioni in giallo, arancione, rosso e nero, colori proporzionati al grado d’emergenza, al livello di saturazione delle terapie intensive ed al valore RT. A ciò si relaziona l’apertura di plessi scolastici ed universitari, l’operatività del trasporto pubblico locale ed i posti disponibili, la possibilità di circolare liberamente nelle regioni, l’apertura al pubblico di caffè, cinema, sale da ballo, teatri e musei.
Si adottano 4 livelli di precauzione nelle scuole e negli atenei; si applicano misure assimilabili alla Certificazione Verde COVID-19 e si ipotizza, a breve, la somministrazione della terza dose o l’introduzione di un vero e proprio obbligo vaccinale nel paese.
L’impennata dei casi registrati d’infezione da Sars – CoV – 2 preoccupa i Distretti sanitari locali ed infiamma il dibattito politico; le opposizioni all’esecutivo attualmente in carica sostengono l’incapacità di quest’ultimo nell’organizzare una vera e propria campagna vaccinale. Restano critici circa l’applicazione della Certificazione Verde COVID-19 per disciplinare l’ingresso e la consumazione di pasti all’interno dei locali adibiti alla ristorazione.
Attualmente, secondo il bollettino giornaliero emesso dal Ministero della Salute slovacco, sono 2.850 i nuovi casi: si tenga in considerazione la media settimanale dei casi giornalieri, schizzati dai 117 ad agosto ai 2.950 della settimana corrente. Il 41 % della popolazione locale si è sottoposta all’inoculazione di entrambe le dosi di vaccino, mentre un ulteriore 4 % attende la somministrazione della seconda dose per completare il ciclo vaccinale.
Preoccupano le regioni amministrative del nord-est, site al confine con la vicina Polonia e l’Ucraina: molte sono classificate ad “alto rischio”, corrispondente al colore nero. Tra queste figurano Bardejov, Michalovce, Roznava, Bardejov e Starà Lubovna, dove si registra uno spiacevole record di positivi al COVID-19, nonché un numero esorbitante di classi in quarantena.
Il mondo scolastico è alle prese con un’emergenza simile se non peggiore a quella dichiarata a marzo 2020. Nelle regioni classificate “ad alto rischio” sono numerosi gli istituti scolastici e i distaccamenti universitari che hanno interrotto l’erogazione della didattica in presenza, tornando alla DAD. Occorre far presente che ciò rappresenta un nodo cruciale e complesso ancora non sciolto: le aree alla presa con un tasso di contagi elevato sono anche le più povere e depresse economicamente.
Le famiglie hanno visto i costi triplicarsi, a seguito all’isolamento di uno o più membri, che non possono recarsi a scuola o al lavoro. Molte abitazioni sono anche sprovviste di connessione internet, fondamentale per collegarsi e seguire le lezioni anche da casa, se ci si trova in isolamento per positività accertata o per contatto con un caso positivo all’infezione da Sars – CoV – 2. Questo alimenta lo scontento e porta i dati relativi alla dispersione scolastica a preoccupare le amministrazioni locali, alle prese con tale problematica fin dall’indipendenza del paese, ottenuta nel 1993.
Le scuole che operano ancora in presenza continuano a seguire le disposizioni anti-COVID – mascherine e distanziamento interpersonale di almeno 1,5 metri – e a scaglionare gli ingressi degli studenti, provvedendo anche ad erogare lezioni nel pomeriggio.
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