Il Consiglio dei ministri ha approvato la delega sul “lavoro agile”, che associa lo smart working ad una modalità flessibile di esecuzione del lavoro subordinato.
Diciamo subito che il provvedimento – approvato su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti – non introduce una nuova tipologia contrattuale, ma della possibilità di eseguire prestazioni lavorative in parte all’interno e in parte all’esterno dei locali aziendali.
In particolare, il ddl definisce le regole dello “smart working”, che prevedono una sempre maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Con queste norme, il lavoratore che presta l’attività di lavoro subordinato in modalità agile ha diritto di ricevere un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato ai lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda.
Si prevedono, inoltre, incentivi fiscali e contributivo eventualmente riconosciuti in relazione agli incrementi di produttività ed efficienza del lavoro subordinato, siano applicati anche quando l’attività lavorativa sia prestata in modalità di lavoro agile.
Altro punto importante del ddl è legato al fatto che il datore di lavoro deve garantire al dipendente che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile, il pieno rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza. Sono previsti, a tal proposito, accordi con l’Inail per costruire una copertura assicurativa per garantire il lavoratore anche quando opera fuori dal contesto azienda.
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Nel passaggio parlamentare verranno analizzati tutti i dettagli relativi alla gestione degli orari di lavoro, la smaterializzazione del luogo fisico e la regolamentazione della retribuzione basata sui risultati ad obiettivi.
Si tratta sicuramente di una forte accelerazione in materia di smart working nel quadro di un panorama tecnologico digitale ormai pienamente maturo ed in grado di garantire strumenti per lavorare da remoto consentendo forme di lavoro più efficienti e altamente personalizzate e sistemi di controllo per valutare i risultati del lavoro e l’efficienza del personale che aderisce al lavoro agile.
È necessaria, però, che si produca una nuova ottica da parte dei gestori del personale, che deve essere pronto a rivedere il proprio ruolo in un’ottica di flessibilità e disponibile a creare maggiori sinergie con il management.
Conciliare, innovare e competere sono infatti tre macro obiettivi dello smart working fissati da tempo, apparentemente in antitesi uno con l’altro ma che si meglio conciliano sicuramente con un nuovo approccio di organizzazione aziendale.
I fautori delle decisioni alla “macchinetta del caffè” sono avvertiti!
ha collaborato Dino Galuppi
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