Al giorno d’oggi Internet è penetrato così a fondo nelle nostre vite che non possiamo pensare di trascorrere una giornata senza. Da una parte siamo consapevoli di quanto abbia migliorato le nostre vite ma, dall’altra, iniziamo tutti a renderci conto che, talvolta, condurre una vita offline ed una online sia diventato davvero faticoso.
Anzi, le preoccupazioni maggiori di questa pervasività del web riguardano proprio i più giovani, i quali sembrano esser ancora più legati degli adulti alle nuove tecnologie. Qualche anno fa questo fenomeno fu chiamato come “ghost-child”, cioè bambino fantasma, per indicare lo stato di eccessiva sonnolenza mattutina causata dal trascorrere troppe ore a letto con un dispositivo elettronico in mano. L’idea del bambino fantasma è legata anche all’effetto della lucina emanata dalla retroilluminazione dello schermo, gelosamente custodito tra le mani sotto le lenzuola.
Oggi gli effetti dell’eccessiva esposizione al web sono noti all’opinione pubblica, proprio come segnalato dall’indagine effettuata da un servizio di VPN, ExpressVPN. Sempre più persone infatti decidono di concedersi un po’ di sano detox dalla Rete, adottando un approccio definito “Minimalismo Digitale” dalla ricerca in questione. Prendendo spunto da questo bisogno spontaneo, e sempre più condiviso, cercheremo di inquadrare le posizioni della scienza riguardo gli effetti sui più giovani e le possibili soluzioni per migliorare la qualità della loro vita.
C’è una reale correlazione tra il troppo tempo trascorso su Internet e la salute?
Secondo una serie di ricerche e studi autorevoli, come quelli condotti dai ricercatori diHarvard, c’è una forte connessione tra l’uso eccessivo di Internet e sintomi psichici e fisici. In particolare l’uso prolungato di dispositivi digitali è associato ai disturbi del sonno. Difatti l’esposizione alla luce blu emessa dagli schermi interferirebbe con la produzione di melatonina, l’ormone responsabile della regolazione del ciclo sonno-veglia.
Questo squilibrio, di conseguenza, provoca difficoltà ad addormentarsi e una riduzione della qualità del sonno, con effetti negativi sulla salute fisica e mentale di chi ne soffre. Uno studio simile, pubblicato dalla scuola di medicina di Yale, evidenzia come la mancanza di sonno possa portare a una maggiore irritabilità, difficoltà di concentrazione e, nel lungo termine, a sintomi di depressione e ansia.
Il sonno è solo la punta dell’iceberg: le persone più fragili rischiano di condurre una vita esclusivamente online, spesso evitando le interazioni sociali. L’obiettivo di questi studi, tuttavia, non è quello di condannare Internet, quanto piuttosto ammonire le persone circa l’uso intensivo e incontrollato.
E quali sono gli effetti dimostrati sulla concentrazione?
Gli effetti sulla concentrazione si verificano principalmente in assenza di sonno ristoratore, senza il quale è obiettivamente difficile essere lucidi durante il giorno. Un effetto indiretto sulla concentrazione, invece, deriva dall’isolamento sociale e dalle dinamiche di certe piattaforme web, le quali provocano una sorta di estraniazione da chi ne è dipendente.
In ogni caso dormire poco e male, significa colpire la fase più importante del sonno, cioè quella nota come REM. Questa è essenziale per la memorizzazione delle informazioni, per la regolazione emotiva e per tantissime altre funzionalità cerebrali, ragione per cui è ad essa che possiamo imputare la qualità effettiva del sonno. Nello specifico, la mancanza di sonno REM riduce drasticamente la capacità di mantenere l’attenzione e di svolgere compiti cognitivamente impegnativi durante il giorno, quindi anche di rimanere concentrati.
Per migliorare la qualità del riposo si consiglia di sostituire lo smartphone o la TV con attività più rilassanti come lettura, beauty routine, rompicapo o enigmi da risolvere, ascoltare musica e così via.
Come gestire smartphone e genitorialità?
La scienza sottolinea spesso come la presenza di regole chiare, unite al coinvolgimento attivo nella vita digitale dei figli possono ridurre i rischi associati all’uso eccessivo dei dispositivi. I pilastri fondamentali di un’educazione sana all’utilizzo delle tecnologie digitali sono tre: buon esempio, consapevolezza e regole chiare.
Al genitore e all’educatore è richiesto, in primis, distaccarsi dallo smartphone, spiegare l’importanza di bilanciarne l’uso ma anche le potenzialità ed i vantaggi che offre. La consapevolezza la si sviluppa solo quando c’è una corretta informazione, sia dei rischi che delle opportunità; di conseguenza, fissando regole chiare e valide per tutti, i giovani impareranno a dosare, autonomamente, il proprio rapporto con il mondo digitale.
Senza l’esempio e con le sole proibizioni, il percorso educativo è destinato a fallire.
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