Vacillanno due totem che hanno caratterizzato l’adolescenza di tante generazioni: il gruppo degli amici e il personal computer. La notizia arriva dall’indagine ‘Adolescenti e Socialità’, realizzata dalla Società italiana di pediatria (Sip).
Premesse che le nuove amicizie si creano in grandissima prevalenza a scuola (95,5%), ma anche praticando sport (70,9%), la prima novità è che per il 31% dei ragazzi Internet rappresenta oggi un canale per creare nuove amicizie che con il tempo diventano poi ‘reali’. Se è vero che il 50% dei giovani si riunisce prevalentemente in piccoli gruppi e il 40% frequenta un gruppo numeroso, è anche vero che spesso questa condizione finisce per condizionare i comportamenti: il 52% dei ragazzi adegua infatti, anche malvolentieri, le proprie scelte a ciò che il gruppo di amici decide.
”Osserviamo negli adolescenti – sottolinea Piernicola Garofalo, presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza – un significativo aumento della fragilità psicologica. Pensiamo soltanto all’incremento nettissimo di patologie legate ai disturbi della condotta alimentare, prima tra tutte l’anoressia, di sindromi depressive o, ancora più grave, la crescita dei fenomeni suicidari”. L’adolescente, spiega l’esperto, ”più che in passato soffre il confronto e fatica ad assumersi la responsabilità delle sue scelte. Ragion per cui delega volentieri questa responsabilità al gruppo, nel quale si sente protetto, anche se ciò avviene spesso a caro prezzo in termini di autonomia”. A questo si aggiunge, conclude Garofalo, ”la paura di poter essere estromesso dal gruppo e quindi una acquiescenza pericolosa nei confronti dei ‘leader”’.
Ma c’è anche un altro punto fermo, affacciatosi con prepotenza tra i giovani a partire dagli anni Ottanta, che negli ultimi tempi ha cominciato a perdere “colpi”: si tratta del computer, ormai sorpassato dallo smartphone. Per collegarsi in rete, infatti, ormai il 51% degli adolescenti utilizza lo smartphone, il 50% il PC fisso, il 28% il notebook e il 24% il tablet. Questi dati, avverte la Sip, rendono ”ancora più problematico il controllo da parte dei genitori, perché si è svincolata la possibilità di connettersi in rete dalla permanenza fisica davanti ad un PC”.
Inoltre, l’aver osservato che tra gli adolescenti è sempre più diffusa l’abitudine di avviare una conoscenza in rete e trasferirla poi nella realtà, affermano i pediatri, ”pone sempre di più il problema dei contatti con sconosciuti”. La ”preoccupazione maggiore – commenta Maurizio Tucci, presidente dell’Associazione Laboratorio Adolescenza – è che con il passare degli anni e con la sempre maggiore dimestichezza che gli adolescenti acquisiscono con questi strumenti, diminuisca la percezione del rischio e siano indotti a comportamenti sempre meno prudenti”.
L’indagine evidenzia, ad esempio, che per il 56% dei ragazzi intervistati dare l’amicizia su Facebook ad uno sconosciuto non è pericoloso, per il 35% non è pericoloso scambiarsi il numero di telefono e per il 26% non è pericoloso neanche accettare un incontro. Il 59% dei ragazzi, inoltre, ha dichiarato di aver dato l’amicizia Facebook ad uno sconosciuto; il 22% di avergli detto la scuola che frequenta; il 29% di aver scambiato il numero di telefono; il 18% (22% delle femmine) di avergli inviato una propria foto; il 20% di aver accettato un incontro al quale è andato insieme ad amici e il 9% di aver accettato un incontro al quale è andato da solo. E trattandosi di percentuali su una platea di giovani grandissima, ne consegue che stiamo parlando di diverse migliaia di ragazzi esposti a pericoli non indifferenti.