Le associazioni di pediatri Associazione Culturale Pediatri, Federazione Italiana Medici Pediatri e Società Italiana di Pediatria in collaborazione con Fondazione Carolina e Meta hanno presentato i risultati di un’indagine sul rapporto con il digitale all’interno delle famiglie con figli di età compresa tra 0 e 15 anni.
Un pool di medici pediatri volontari ha sottoposto a circa 800 famiglie a livello nazionale un questionario anonimo sulle abitudini e i comportamenti online. Lo studio rientra nel progetto “Connessioni delicate“, che ha l’obiettivo di sensibilizzare i genitori rispetto all’utilizzo dei dispositivi digitali con i bambini e di promuovere buone pratiche, grazie anche alla guida attenta dei medici pediatri.
Meta e Fondazione Carolina sono partner dell’iniziativa e sono coloro che hanno supportato le famiglie affinché il questionario fosse un’occasione di confronto con il pediatra.
Il progetto pilota ha permesso di redigere la prima bozza di “Bilancio di salute digitale“: un documento redatto in previsione dell’ampliamento dell’iniziativa a livello nazionale per la prossima primavera.
I dati che emergono dall’indagine raccontano che nella fascia 0-2 anni il 72% delle famiglie ammette di utilizzare social e chat durante i pasti dei propri figli, mentre il 26% lascia che i bambini utilizzino i device in completa autonomia. Dal questionario proposto risulta scarsa consapevolezza da parte delle famiglie e una condizione di solitudine nei bambini: il 26% dei genitori permette che i propri figli utilizzino i device in autonomia tra 0 e 2 anni, percentuale che sale al 62% per la fascia 3-5 anni, all’82% a nella fascia 6-10 anni e al 95% tra gli 11 e i 15 anni.
Dallo studio di “Connessioni Delicate” emerge che i bambini sono abituati alla presenza di tablet e smartphone già dalla prima infanzia, anche in un momento fondamentale come quello dell’allattamento. Antonio D’Avino, presidente FIMP, dice che “la diminuzione dell’attenzione delle madri ai segnali di suo figlio a causa dell’uso dello smartphone, specialmente all’inizio della vita nei contesti interattivi primari dell’allattamento e delle interazioni faccia a faccia, può avere ricadute negative sulle traiettorie neuro evolutive del bambino. Tra i tre e i sei mesi di vita, l’allattamento al seno e le interazioni faccia a faccia costituiscono la maggior parte dei contesti in cui si sviluppa il legame genitore-bambino e richiedono una perspicace sensibilità da parte delle madri per imparare continuamente a riconoscere e interpretare i segnali dei loro bambini e ad adattarsi alle loro capacità mutevoli”.
Una famiglia su quattro nella fascia 0-2 anni e una su cinque, in quella 3-5 anni, secondo l’indagine, si affida all’intelligenza artificiale per far addormentare i propri figli, con ninne nanne prodotte dagli assistenti vocali. Questi dati confermano come gli adulti deleghino agli strumenti tecnologici l’intrattenimento in tutte le fasi della crescita, non solo con ninne nanne, ma anche con la lettura di fiabe (80% nella fascia 3-5 anni)
L’indagine conferma un altro dato importante: dai risultati emerge la scarsa percezione delle famiglie sui rischi dell’uso improprio della tecnologia digitale, per cui gli adulti spesso non sanno rispondere quando si chiede loro di individuare i sintomi della dipendenza, i principali pericoli in termini di salute psicofisica, come sexting e grooming.
E lascia pensare come la maggior parte delle famiglie non sappia rispondere nemmeno quando si chiede loro qual è l’età sotto la quale è sconsigliato l’uso della tecnologia, e per quante ore bambini e ragazzi possono essere esposti agli schermi.
I genitori dichiarano di aver bisogno di supporto nella gestione del rapporto dei figli con il digitale: il 70% della fascia 0-2 e l’87% della fascia 11-15 anni vorrebbe avere maggiori informazioni da parte dei pediatri. Della stessa opinione sono i pediatri volontari che hanno partecipato alla fase pilota: l’87% ritiene necessaria una formazione scientifica in ambito di salute digitale dei minori.
“La sicurezza dei minori online non è solo una questione tecnologica, ma interessa la salute delle nuove generazioni. Il benessere psico-fisico dei bambini va tutelato nell’online esattamente come nell’offline, già a partire dai primissimi anni di vita ed è compito dei genitori esserne consapevoli e responsabili con il supporto degli specialisti competenti, in questo caso i medici”, osserva Ivano Zoppi, Segretario generale di Fondazione Carolina.
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