Sulla vexata (e/o Strumentalizzata) quaestio, la Verità è che se fossimo chiamati a Rendicontare sugli esiti dell’impiego di smartphone, tablet e software vari per la formazione e per gli insegnamenti che realisticamente si svolgono dentro le classi, saremmo costretti a registrare un globale fallimento (come già Verificatosi in Irlanda, Francia e/o in altri Paesi ove le Verità scolastiche non Restano – ad ogni Costo – al servizio di altri e altrui interessi e/o del Global Web-Marketing);
a titolo meramente esemplificativo si leggano:
https://www.macitynet.it/irlanda-scuola-tenta-di-sostituire-ipad-con-tablet-hp-un-disastro/
http://blog.iodonna.it/scuola/2015/12/23/la-scuola-digitale-e-fallita/?refresh_ce-cp .
Carta contro pixel
Negli ultimi vent’anni vari studi hanno dimostrato che le persone capiscono e ricordano meglio quello che leggono su carta rispetto a quello che leggono su schermo.
Gli schermi potrebbero inibire la comprensione impedendo di navigare e mappare in modo intuitivo i testi più lunghi. In generale gli schermi sono più faticosi della carta dal punto di vista cognitivo e fisico.
Scorrere un testo digitale richiede uno sforzo costante, e poi tablet e computer portatili hanno schermi LCD che affaticano gli occhi e possono causare mal di testa perché «sparano» la luce negli occhi del lettore.
Alcuni studi preliminari suggeriscono che anche i «nativi digitali» ricordino più facilmente il senso generale di una storia quando viene letto loro un libro tradizionale, perché i contenuti multimediali degli e-book arricchiti (o enhanced e-books) e addirittura gli e-reader stessi li distraggono.
Insomma, il punto di forza della carta potrebbe essere la sua semplicità.
Cfr.http://www.lescienze.it/archivio/articoli/2013/12/31/news/carta_contro_pixel-1940937/
La tastiera del Pc sta soffocando l’atto creativo della scrittura manuale.
Ormai si sta perdendo l’abitudine di scrivere a mano perché si usa molto il computer e il cellulare. Forme di scrittura impersonale che hanno portato ad un calo della preparazione alla metricità fine. Da osservare che non solo si è incapaci di scrivere da un punto di vista calligrafico, ma anche formale; l’uso di sms, social network e computer, infatti, causa anche un impoverimento lessicale e diffonde un linguaggio che segue regole diverse rispetto alla lingua corretta, in cui grammatica e sintassi o l’ortografia passano in secondo piano.
L’Università Roma Tre ha condotto uno studio, nel quale sono stati coinvolti 400 bambini tra gli 8 e 10 anni ai quali è stato chiesto di scrivere a mano liberamente senza l’intervento dei maestri per 15 minuti al giorno, per capire i risultati della scrittura manuale.Dopo 120 giorni è stato riscontrato che lessico, punteggiatura e ortografia sono migliorati considerevolmente in tutti i bambini coinvolti.
Pertanto si può affermare che la grafia sia molto importante e dovrebbe essere mantenuta nelle scuole soprattutto nella scuola primaria. Infatti, pur non negando l’utilità del mezzo elettronico (computer, tablet, smart phone…), che facilita e velocizza la scrittura, bisogna riconoscere che lo stesso mezzo tende ad uno schematismo, semplicismo formale che soffoca l’atto creativo della scrittura manuale” .
Disconnettersi si può Basta dire no a un futuro di incubi.
All’inizio non me ne sono accorto. Poi ho provato un senso di euforia. Come un ergastolano che evade dalla galera e annusa l’aria libera senza più muri davanti a sè. Ops! Ci sono cascato. Ho usato l’hashtag di Twitter. Vedete il contagio? Il virus dei social non perdona. S’installa nella mente. E non si cancella.
Forse, più che un virus è un vizio.
In Francia il diritto alla disconnessione è in vigore dallo scorso gennaio. Fuori del lavoro, nessuno può scocciarti […]”.
Cfr. https://www.pressreader.com/italy/il-fatto-quotidiano/20170918/281908773317608
Tale concezione di Scuola “liquida-digitale-virtuale” (che le larghe intese perpetueranno anche dopo le prossime elezioni politiche del 2018) obbedisce più ai “Dictat” dei mega centri commerciali “da Real & Global Web-Marketing”, piuttosto che porsi “al Servizio” delle Istituzioni nazionali sorrette dai vigenti dettami Costituzionali che (gli italiani), con un recente Referendum, hanno fatto sì che non fossero de-Strutturati.
Insomma, dal 1989 ad oggi,
oltre a ridursi – progressivamente – tutti i diritti che garantivano un decoroso welfare State,
si punta a ridurre il percorso triennale della scuola media,
si punta a ridurre il percorso quinquennale delle scuole superiori,
si punta a ridurre il contatto Umano didattico e socio-educativo a favore di una connessione (e/o DISTRAZIONE) di MASSA… 24 Ore su 24,
si punta ad incrementare – ulteriormente – il carico di lavoro e di responsabilità sul corpo docente nonché sui presidi e sul personale Ata,
si punta ad incrementare l’orario di lavoro settimanale dei docenti (quello da contratto è di 18 ore settimanali, quello Reale e/o di PERENNE auto-Formazione… è IN-calcolabile…),
si punta a DE-crementare la PAGA (ed il prestigio sociale dei prof.) e a NON equipararli agli standard europei.
Il comico Crozza, l’altra sera, ha sostenuto che:
“Perché un anno in meno alle medie e al liceo?
Perché quello che si può fare in 5 anni lo si può fare anche in uno. Glielo dico io, che ne ho fatti 20 in uno”.
“Ministra, che ne pensa della corruzione dei concorsi nelle università? Cosa sta succedendo nei nostri atenei?
«E che ne so, chi c’è mai stata?», risponde Crozza-Fedeli.
Sullo sciagurato consenso all’uso degli smartphone in classe:
«Se ci fossero stati ai miei tempi, almeno avrei finito le elementari».
“Sono una donna determinata, come sindacalista mi sono assunta le responsabilità. Non è colpa del mio staff”.
Ma lo sa che è coinvolto un ministro nello scandalo delle università?, dice l’intervistatore riferendosi al ministro Fantozzi. «Certo, vede cosa succede ad avere ministri laureati…».
di Vincenzo Rossi
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