Diversi lettori ci segnalano che alcuni collegi dei docenti e consigli di istituto sono già al lavoro per modificare il regolamento delle scuole allo scopo di consentire l’uso dello smartphone in classe come auspicato dalla ministra Valeria Fedeli.
Sembra che molte scuole si stiano orientando in questa direzione in quanto si sarebbe già sparsa la voce che “c’è una legge che prevede l’uso dello smartphone per scopi didattici”.
In realtà, almeno per il momento, non c’è nessuna legge del genere.
Per adesso c’è una dichiarazione di intenti della Ministra secondo la quale nelle prossime settimane dovrebbe essere insediata una commissione di esperti con il compito di emanare delle vere e proprie linee guida in materia di uso didattico degli smartphone.
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C’è da credere, però, che per l’avvio di una sperimentazione del genere ci vorrà ancora un po’ di tempo anche perchè non sono ancora del tutto chiari i risvolti che un uso massiccio degli smartphone nelle scuole potrebbe avere sotto il profilo delle disposizioni in materia di privacy.
In ogni caso è bene ricordare che in un recente sondaggio promosso dal nostro sito, i lettori hanno sonoramente bocciato la proposta.
Se poi possiamo permetterci un consiglio, suggeriamo di essere ben sicuri prima di dare avvio nella propria scuola a progetti che prevedono l’uso didattico degli smartphone proprio per l’impatto che potrebbe esserci sulle disposizioni in materia di privacy.
In alcune scuole già da tempo sono in corso iniziative del genere e gli organici collegiali hanno già esaminato la questione, come per esempio nell’Istituto comprensivo di Arcola-Ameglia, in provincia di La Spezia, che fin dal 2014 si era dotato di un regolamento snello ma piuttosto esaustivo.
Tutto questo, ovviamente, senza minimamente entrare nelle questioni più squisitamente pedagogiche e culturali che sarebbe comunque necessario approfondire adeguatamente anche riferendosi alla ormai ampia letteratura scientifica internazionale sull’argomento.
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