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Smartphone in classe, Rusconi controcorrente (Anp-Lazio): divieto è cattivo insegnamento pedagogico

Al contrario della Gilda degli insegnanti (leggi la notizia), che auspica anche per l’Italia un intervento analogo alla Francia sul divieto dei telefonini a scuola, per Rusconi (Anp-Lazio), la recente legge approvata dal Senato Francese “assume un incredibile atteggiamento proibizionista”.

Per Rusconi “la scuola si frequenta per imparare, per conoscere, per crescere e diventare adulti lungo un percorso tracciato dagli insegnanti. La rivoluzione tecnologica in atto, attraverso la connettività, continuamente ci inonda di dati, informazioni e comunicazioni, e a ciascuno sono richieste nuove conoscenze e soprattutto nuove consapevolezze. La scuola, allora, non può tralasciare o delegare ad altri questa parte di formazione basata sulla conoscenza dello strumento e sulla consapevolezza del suo utilizzo”.

Inoltre, è necessario, secondo Rusconi, tener presenti i recenti interventi ministeriali, indirizzati proprio all’uso delle tecnologie in ambito scolastico. “Il Miur a gennaio di quest’anno ha introdotto il Curriculum di Educazione Civica Digitale in cui alla dimensione esistenti dell’educazione civica, l’educazione al rispetto e alla sostenibilità, è stata aggiunta la variabile delle competenze e delle conoscenze digitali che fanno assumere una nuova dimensione al concetto di cittadinanza. Una integrazione ma anche una espansione, ponendo di fatti l’Italia avanti ai cugini Francesi”.

In conclusione, secondo Rusconi: “Se le tecnologie sono diventate sempre più centrali ad ogni attività umana, e se lo sviluppo tecnologico si fonda su spirito critico e responsabilità, che non vuol dire avere visione tecnocratica della società, negare a scuola l’apprendimento alla consapevolezza dell’utilizzo degli strumenti vuol dire non offrire altre opportunità alle giovani generazioni e, soprattutto non aiutarli a capire cosa avviene dietro le quinte della tecnologia in quello sconosciuto mondo definito black-box che lentamente sta condizionando tutti”.

Leggi anche Definitivo il divieto del cellulare nelle scuole francesi

Redazione

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