Il bullo a scuola? Non è più uno sconosciuto. Ha un volto e una voce. Si intuiscono le sue intenzioni. Si conoscono i suoi atti e i suoi gesti inconsulti. Accanto al bullo cosiddetto tradizionale, che usa la forza e la violenza fisica per imporsi sul più debole, oggi c’è anche il cyber-bullo, cioè colui che perpetra atti di prevaricazione nei confronti dell’indifeso servendosi dei nuovi mezzi di comunicazione (telefonate o invio di Sms e Mms con testi o immagini volgari, offensivi o minacciosi; diffusione di informazioni private su un’altra persona, anche pubblicando filmati e foto su internet; calunnie diffuse tramite mail, chat o blog).
Da un paio d’anni è partita in tutte le scuole italiane una campagna informativa per “smontare il bullo”, neutralizzarlo, farlo uscire allo scoperto. Il Miur ha predisposto già da dal 2007 le “linee-guida di indirizzo” a livello nazionale.
Su questa strada in Calabria è stato istituito presso l’Ufficio scolastico regionale un Osservatorio regionale per la legalità e il bullismo, i cui componenti, rappresentanti istituzionali e della società civile interessati a vario livello alla problematica, studiano strategie e propongono azioni per ridurre il fenomeno, ampiamente dilagante all’interno di molte scuole.
I primi dati delle azioni promosse e attuate nella regione nel primo anno di attività per ridurre il fenomeno “del bullo fra noi” sono stati presentati agli organi della stampa dal direttore generale Francesco Mercurio e dal Gruppo di lavoro regionale guidato da Maria Stella Franco dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria insieme ai componenti dell’Osservatorio Regionale, tra i quali Rosario Lofaro, colonnello del Comando provinciale dei Carabinieri di Catanzaro e Roberto Coppola, vicequestore della Polizia di Stato. All’incontro erano presenti anche alcuni studenti del Liceo socio psico-pedagogico “De Nobili”, guidato dal dirigente scolastico Francesco Graceffa, che hanno partecipato nella loro scuola al progetto “Dal disagio alla devianza giovanile. Aspetti giuridici e psicologici”, seguiti nel percorso didattico dalla professoressa Ida Sacco.
Al nostro quotidiano on-line il direttore generale dell’Usr Calabria, Francesco Mercurio, ha ribadito come essenziali sono le “azioni di formazione per il personale docente finalizzate a combattere il fenomeno del bullismo”.
“Come in tutte le regioni – ha continuato Mercurio – il fenomeno del bullismo esiste anche in Calabria. E, anche se rilevare i casi non è semplice, la terra calabrese non può essere considerata un’isola felice rispetto alle altre regioni dello Stivale”.
Il fenomeno del bulliosmo, ha detto il direttore generale, sta andando sempre più a crescere “soprattutto per la grande influenza dei media”.
Francesco Mercurio ha dichiarato ancora che “l’Ufficio scolastico regionale intende con la promozione dell’Osservatorio alla legalità formare i docenti delle scuole calabresi affinché all’interno del proprio operato acquisiscano le conoscenze necessarie per l’individuazione dei ragazzi bulli. Il nostro obbiettivo è in primo luogo la prevenzione”.
“La scuola però può fare ben poco da sola – ha concluso – se i genitori non si preoccupano dell’educazione dei propri ragazzi. E’ importante quindi la sensibilizzazione della componente dei genitori ed un lavoro interistituzionale tra scuole ed enti locali”.