Prevedere, su base volontaria e libera, anche per i docenti, la possibilità di svolgere attività didattiche, in maniera trasparente, sotto forma di uno speciale regime di ‘intramoenia’, da svolgersi su piccoli gruppi di allievi, ovviamente non appartenenti alle classi loro assegnate. E’ la proposta che arriva dallo Snals-Confsal, sindacato autonomo della scuola, guidato da Marco Paolo Nigi, riunito in questi giorni a Varsavia per il Consiglio nazionale.
Una proposta che si inserisce all’interno del progetto complessivo per quella che lo Snals-Confsal ritiene debba essere “una scuola seria e moderna”.
“Noi immaginiamo -spiega Nigi a Labitalia- una scuola che apre la mattina alle 8 e si chiude la sera alle 20, ma divisa in una parte di istruzione nella mattina, un’attività educativa integrativa nel pomeriggio con altri docenti e personale non docente adeguato e il contributo di enti locali e famiglie, e un terzo momento come dopo-scuola riservato agli alunni che vogliono approfondire o che sono carenti in alcune discipline e con docenti della scuola volontari che potrebbero in un regime di ‘intramoenia’ poter fare delle lezioni private, in una visione di scuola basata sulla serietà degli studi e non di scuola-parcheggio come purtroppo succede”.
Come precisa Nigi, “è una misura che può essere attivata ovunque, senza quell’ipocrisia dell’‘ove possibile’, magari accompagnata da forme di defiscalizzazione, sia per le famiglie sia per i docenti, e da strumenti di aiuto ai ‘veri poveri’, prendendo le risorse anche da quell’antiquata e generale gratuità dei libri di testo nella scuola primaria, che poi s’interrompe negli anni successivi, pure all’interno dell’obbligo di istruzione”. “Certamente -ammette Nigi- serve una didattica innovativa e nuovi ambienti educativi. Ma serve anche modificare l’assetto e l’articolazione del tempo scuola e del tempo di apertura delle scuole”. “Il tempo scuola dedicato alla vera funzione della scuola, al curricolo e allo studio serio, deve essere garantito dallo Stato -spiega- con il proprio personale, al quale non possono essere attribuiti per legge altri compiti e non può essere assegnato altro tempo di insegnamento in classe e di lavoro. Un impegno già gravoso non solo per i docenti, ma anche per gli studenti”.
A questo tempo di istruzione, lo Snals-Confsal propone appunto di aggiungere un ulteriore tempo di permanenza nelle strutture scolastiche per altri bisogni di formazione e di socialità con attività sportive, culturali, artistiche. “In questo modo, si prendono effettivamente in carico anche le necessità di assistenza e di sostegno alle famiglie -sostiene il segretario generale- e l’uso ottimale del patrimonio scolastico. Si dà, inoltre, una risposta concreta alle indicazioni pedagogiche ed europee sull’integrazione dell’istruzione formale, non formale e informale. Si risponde così alla valorizzazione delle inclinazioni, delle motivazioni e dei talenti dei giovani e si creano le condizioni per elevare i loro livelli di apprendimento”. In generale, lo Snals chiede “un salto di qualità nelle politiche formative, perché è dall’istruzione diffusa e solida che parte l’innovazione”, afferma Nigi, ricordando che il manifesto politico-programmatico del sindacato, ‘Scuola, istruzione, formazione per occupazione, equità e crescita’, è una piattaforma sindacale proprio per dare forza alla scuola e all’intero sistema educativo in questa direzione.
Ma, avverte, “ogni percorso di cambiamento nella scuola si può intraprendere solo con l’affermazione di nuova cultura che affermi la serietà degli studi, il valore dell’impegno e dei comportamenti responsabili e il riconoscimento del merito”.
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