Dopo la vicenda dell’Australia, che ha dato il via libera a una legge per vietare l’uso dei social media ai minori di 16 anni, una fetta cospicua di opinione pubblica si è domandata come mai non fosse possibile approvare una norma analoga anche in Italia. Per queste ragioni, La Tecnica della Scuola ha chiesto ai propri lettori se siano d’accordo o meno nel seguire la scia australiana e avere dei controlli più stringenti sulle iscrizioni degli under 14 o 16 ai social media e alle varie piattaforme, ad esempio attraverso l’introduzione dell’obbligo di associare le richieste alle proprie generalità a documenti ufficiali oppure tramite lo Spid.
Dai risultati del sondaggio, su un campione di 504 utenti, il 97% dei docenti ha risposto che vorrebbe in effetti adottare controlli più stringenti sull’uso dei social da parte dei minori under 14. Unanimità di consensi per la proposta anche da parte di dirigenti scolastici e genitori. Gli studenti, invece, sembrano mostrare una leggera esitazione: uno su quattro si è detto contrario alla “stretta” sull’utilizzo dei social media da parte dei minori.
La domanda principale era: “Il Governo italiano dovrebbe adottare controlli più stringenti sull’uso dei social da parte dei minori under 14?”. Ecco le risposte.
Ruolo | Sì (%) | No (%) | Non so (%) |
---|---|---|---|
Altro | 89.47% | 5.26% | 5.26% |
Dirigenti scolastici | 100.00% | 0.00% | 0.00% |
Docenti | 96.77% | 2.43% | 0.81% |
Genitori | 97.62% | 1.19% | 1.19% |
Studenti | 75.00% | 25.00% | 0.00% |
Alcuni commenti
Diversi partecipanti al sondaggio hanno anche fornito dei commenti riguardo alla proposta. Alcuni, ad esempio, ritengono la misura necessaria per arginare i danni causati da un utilizzo precoce e incontrollato dei social, altri denunciano l’inefficacia di una simile proibizione senza un’adeguata educazione digitale.
“La situazione sta sfuggendo di mano. I ragazzini sono sempre più dipendenti dai telefoni, con una grave difficoltà di concentrazione e un appiattimento totale”, afferma un insegnante, evidenziando le ricadute sulla scuola e sulla vita quotidiana.
Molti concordano sulla necessità di innalzare i limiti d’età: “In Italia alzerei a 16 anni il divieto d’uso dei social media”, sostiene un altro commentatore.
“I minori non hanno competenze cognitive ed emotive per gestire uno strumento potente come uno smartphone”, aggiunge un genitore.
Tuttavia, c’è chi dubita dell’efficacia di semplici restrizioni: “Proibire non produce mai effetti benefici né educativi. Bisogna educare al digitale in ogni sua forma. Il dialogo è fondamentale per insegnare e conoscere”, scrive qualcun altro.
Altri puntano il dito contro le famigli degli alunni e studenti: “Sono i genitori a dare le loro credenziali ai figli per accedere ai social”.
Non mancano posizioni più radicali, come chi propone “un bel falò di tutti i social per qualunque età”, denunciandone gli effetti negativi sull’intelligenza collettiva e le relazioni sociali.
“I social sono il megafono degli sciocchi, e i giovani ci cascano”, si legge in un altro commento.
Tra i suggerimenti spiccano soluzioni tecnologiche e legislative: “Bisogna introdurre l’accesso con SPID per evitare account fake e controllare i minori di 14 anni”, oppure “Norme più rigide e sanzioni per le piattaforme che non rispettano i divieti”.
Come funziona in Italia?
Nella nostra Penisola, l’età minima per accedere ai social network è stabilita a 14 anni, in conformità al decreto legislativo 101 del 2018, che ha recepito il GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali a cui si allineano le policy di utilizzo delle principali piattaforme. Tuttavia, i critici puntano il dito sulla mancanza di controlli efficaci da parte proprio di queste ultime.
In ambito educativo, di recente il Governo Meloni ha provato a stringere il pugno anche a scuola: con una Circolare del Ministro dell’Istruzione e del Merito, pubblicata la scorsa estate, è stato introdotto, di fatto, il divieto di utilizzo dei cellulari a scuola per la primaria e secondaria di I grado. Ma a quanto pare tutto ciò non è sufficiente.
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Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 6 al 12 dicembre 2024. Hanno partecipato 504 lettori. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.