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Social e minori, educazione digitale e nuove leggi le ricette giuste

In questi giorni è diventato di nuovo molto caldo il tema della privacy e della tutela dei minori visto i recenti fatti di cronaca avvenuti nelle ultime settimane. La tutela dei minori è un tema ampio che va ripensato completamente vista la forte accelerazione verso il digitale che stiamo vivendo.
Per rivedere le attuali normative occorre sia un forte impegno e volontà da parte dello Stato a livello sia Nazionale che Europeo, che da parte degli educatori, insegnanti e genitori in primis.
Partiamo dal vedere cosa prevede l’attuale normativa in tema di Privacy.

Cosa prevede l’attuale normativa

Il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR) se da un lato apre alla possibilità che anche un minore infrasedicenne possa fruire dei servizi resi dalla società dell’informazione tramite espressione del proprio consenso, dall’altra tutto l’assetto normativo si basa proprio sulla tutela del minore considerato nella sua dimensione fisica e psicologica.
In particolare, l’art. 38 definisce chiaramente che “I minori meritano una specifica protezione relativamente ai loro dati personali, in quanto possono essere meno consapevoli dei rischi, delle conseguenze e delle misure di salvaguardia interessate nonché dei loro diritti in relazione al trattamento dei dati personali”.
La presa di coscienza e la consapevolezza dei rischi presenti nella Rete e l’oggettiva difficoltà dei minori a proteggere sé stessi deve portarci a riflettere e capire quali nuove misure da adottare possono essere efficaci e necessarie.

Come si stanno muovendo i Social

I vari Social si stanno muovendo in maniera autonoma ed indipendente.
TiK Tok dal 9 febbraio bloccherà tutti gli utenti sotto i 13 anni ed impedirà nuovi iscritti di pari età. Inoltre, lo stesso sta avviando una campagna di sensibilizzazione con Telefono Azzurro e verso i genitori perché facciano da garante sulla vera età dei figli. Sempre Tik Tok ha avviato, inoltre, con il Garante Irlandese una discussione per valutare l’utilizzo di algortimi di Intelligenza artificiale in grado di determinare la reale età dell’iscritto.

L’analisi non è banale, perché se da un punto di vista tecnico l’IA consente questo tipo di analisi è opportuno trovare un giusto bilanciamento tra la necessità di effettuare le verifiche con il diritto alla protezione dei dati dei minori. Ma sicuramente la strada è stata ormai avviata.
Ben venga quindi la soluzione tecnologica con la consapevolezza che nessuna soluzione “tecnica” potrà mai sostituirsi all’educazione che deve partire da famiglia e scuola.
Gli altri Social come Facebook ed Instagram stanno adottando un controllo più serio per impedire l’accesso ai minori di anni 13, però indicazioni precise in tal senso ancora non sono state comunicate ufficialmente.

Quali azioni intraprendere

Il provvedimento del Garante, benché adottato nei confronti del solo TikTok, apre di fatto una riflessione più ampia circa la mancanza di una tutela effettiva del minore su tutte le piattaforme social e su internet in generale.
Le esigenze di protezione in realtà non si fermano al solo mondo dei social network, ma coinvolgono tutto il contesto web con tutte le possibili interazioni tra applicazioni e siti internet. Ad esempio, in che modo il minore si collega a Internet? Con quali dispositivi? Quali siti internet può visitare? Su quali piattaforme può registrarsi? Può accedere liberamente ai giochi online? A quale community o Blog partecipa? Chi ne fa parte oltre a lui?
La verifica anagrafica dell’età dell’utente, attraverso meccanismi cosiddetti di “age verification” come altre forme di tutela improntate su un meccanismo di “parental control”, sono solo alcune delle misure da implementare per la creazione di uno spazio Internet che costituisca una opportunità di crescita e di utilizzo positivo dello strumento tecnologico e non di pericolo per i minori.


Insomma, il contesto è ben più ampio e il mondo Internet è un oceano infinito di possibilità. Un minore che naviga su Internet senza controlli può imbattersi in una serie di contenuti a contenuti erotico, violento, macabro pericolosi per la sua crescita ed integrità psico fisica.
Il problema come detto deve essere affrontato sia dal punto di vista tecnico che culturale.
Lo Stato, le istituzioni, le associazioni operanti nel settore della tutela dei minori online, ma soprattutto la scuola e la famiglia, devono farsi carico di un nuovo onere formativo che coinvolge quella che potremmo definire “educazione digitale”.

Ancora prima della necessaria adozione di un approccio tecnologico basato sui principi di accountability e di privacy è fondamentale educare i giovani utenti fin da bambini ad un uso consapevole della rete e dei social network, renderli consapevoli dei rischi, e responsabilizzarli sulle azioni da adottare. La soluzione, quindi, non è demonizzare e proibire i social network, ma educarli al loro corretto utilizzo.
Dal punto di vista tecnico come detto vale sicuramente la pena tentare l’approccio di meccanismi di Age Verification, ma è importante integrali con meccanismi in grado di far in modo che il sistema non sia aggirabile.
L’utilizzo da parte dei minori di 14 anni del contesto “Internet” e Social devono essere monitorati dai genitori mediante appositi sistemi di controllo. Ci sono diverse APP in grado di bloccare l’accesso a siti per adulti, bloccare specifiche url, verificare la durata di fruizione di Internet o delle singole APP da parte del bambino, danno inoltre anche la possibilità di settare la durata di attivazione del cellulare ponendo in questo modo un limite all’utilizzo del cellulare.

Dino Galuppi

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