L’utilizzo eccessivo tra i giovani di smartphone, tablet e computer per l’uso spropositato di social, video in streaming, musica e video game, raddoppia il rischio di deficit attenzione rispetto a coetanei che fruiscono poco di tali mezzi: il numero di casi di disturbi comportamentali, in particolare il cosiddetto disturbo da iperattività e deficit d’attenzione (ADHD), è infatti fortemente innalzato. Inoltre, il problema influisce sul rendimento scolastico impedendo a chi ne soffre di portare a termine compiti assegnati, di prestare attenzione e concentrarsi.
A dirlo, il 17 luglio, è Adam Leventhal, dell’Università della Southern California, responsabile di uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association, specifico sull’utilizzo di social media, chat, messaggini, video in streaming, musica on line o da scaricare, piuttosto che su intrattenimenti più tradizionali quali TV e video game: la tecnologia mobile oggi disponibile, ha detto, può fornire stimoli di elevato impatto in maniera rapida e in ogni momento della giornata, con effetti probabilmente ancora più profondi dei media classici.
I ricercatori statunitensi – scrive l’Ansa – sono partiti da un campione di 4.100 ragazzi di scuola superiore (15-16 anni), da cui hanno selezionato 2.587 giovani senza ADHD.
Escludendo chi già soffriva del disturbo, i ricercatori avevano l’obiettivo di osservare l’emergenza di nuove problematiche comportamentali nel corso dei due anni di studio.
I 2.587 adolescenti sono stati suddivisi in tre gruppi a seconda della frequenza di uso di 14 piattaforme digitali, ad iniziare da Facebook.
Dopo due anni è stata valutata la comparsa di nuovi sintomi di ADHD in questi giovani inizialmente sani.
Quello che è emerso è che la probabilità di comparsa di sintomi di ADHD nei due anni di studio per i consumatori assidui di media digitali è circa doppia rispetto ai coetanei che usano i media con parsimonia. “Possiamo affermare con sicurezza – conclude Leventhal – che i teenager esposti a elevati livelli di media digitali hanno un rischio significativamente più elevato di sviluppare sintomi di ADHD in futuro”.
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