Società botanica italiana, al via il 103° congresso

Il debutto del 103° Congresso della SBI (Società Botanica Itaniana) ha visto affiancancare il mondo accademico e della ricerca a quello dei rappresentanti istituzionali degli enti locali e degli operatori del settore ambientale, con il comune intento di contribuire, con nuova linfa formativa, alla valorizzazione delle conoscenze ambientali. Fra gli intervenuti, ai saluti di apertura dei lavori congressuali, ricordiamo Antonella Freno – assessore Beni Culturali – Grandi eventi del comune di Reggio Calabria, Antonio Scali – assessore provinciale ai Parchi ed Aree protette – Agricoltura e Forestazione, Vincenzo Caracciolo – c/te regionale Calabria del Corpo Forestale dello Stato, Vincenzo Tamburino – prorettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Marcello Santo Zimbone – preside della Facoltà di Agraria della Università Mediterranea, Roberto Mercurio – coordinatore del Collegio dei direttori di Dipartimento della Mediterranea di Reggio Calabria, Donato Chiatante – presidente del Consiglio Direttivo della SBI.
Non a caso è stato scelto il sito calabrese per organizzare il 103° congresso della SBI – così esordisce in una dichiarazione il presidente Chiatante – che ritiene la Calabria luogo di sviluppo e di proposizione di un piano di implementazione della cultura botanica nella realtà universitaria della location ospitante. Anche le tematiche prescelte per i simposi vedono a fianco botanica e architettura. La sinergia, infatti, di queste discipline non solo è utile, ma può costituire nuova ispirazione per la creazione di una disciplina equilibratrice fra ambiente e natura.
A seguire il preside Zimbone annovera fra i propositi calendarizzati la necessità di coniugare la partecipazione di enti locali, con particolare attenzione agli enti parco. La Facoltà di Agaria afferma- è legata a doppio filo ai problemi di natura ambientale, paesaggio e biodiversità; quale novità odierna, grazie alla sostegno della SBI – si è siglata l’intesa per l’istiutuzione della sezione regionale calabrese, quale presenza della Società anche in Calabria, avamposto virtuale e fisico con sportelli dedicati-
Il Corpo dello Stato presente a questo appuntamento annuale, con il suo c/te regionale Caracciolo, testimonia il ruolo fondamentale di tutela della biodiversità del territorio e le proporzioni del patrimonio boschivo, scrigno prezioso di habitat e specie del luogo, stimabile in oltre 650 mila ettari, dove insistono 3 parchi nazionali “Pollino”, “Sila”, “Aspromonte”. Il comandante afferma che – si offre una palestra di conservazione e di educazione ambientale per ricercatori e student;, le riserve, poi, dotate di sentieri naturalistici, consentono a quanti lo volgiano di godere di una lezione singolare di botanica. Si mira ad accrscere con il ruolo di PG le potenzialità di prevenzione e recupero delle aree soggette ad inquinamento per la qualità acqua-aria-suolo-.
 Il 103° congresso Nazionale SBI si è avvalso di un comitato scientifico, costituito da ricercatori italiani di livello internazionale tra cui Carlo Blasi (Università di Roma “La Sapienza”), Donato Chiatante (Università dell’Insubria, sede di Como), Giovanni Furnari (Università di Catania), Aldo Musacchio (Università della Calabria), Gabriella Pasqua (Università di Roma “La Sapienza”), Maria Privitera (Università di Catania), Pietro Pavone (Università di Catania), Francesco Maria Raimondo (Università di Palermo), Graziano Rossi (Università di Pavia), Giovanni Spampinato (Università “Mediterranea” di Reggio Calabria); infine del comitato organizzatore ricordiamo Pietro Pavone, Giovanni Spampinato, Santo Marcello Zimbone.
La SBI onlus (www.societabotanicaitaliana.it) fra le più antiche associazioni scientifiche, svolge la sua attività nella diffusione della coltura scientifica in campo botanico e ambientale da più di un secolo.
La tre giorni della SBI è stata promossa dalla Facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, da vari istituti di ricerca ed Orti Botanici che collaborano all’evento. A chiusura del congresso, tenutosi nell’aula magna di Ateneo “Antonio Quistelli”, l’escursione nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, si definisce momento ideale per conoscere la flora e la vegetazione del Parco, oltrecché le sue peculiarità paesaggistiche, ambientali e culturali.
Sino a qualche anno fa il congresso nazionale di botanica poteva anche passare inosservato ed interessare solo ricercatori o appassionati del settore. Oggi i continui cambiamenti globali come quelli climatici, dovuti al surriscaldamento del Pianeta, comportano trasformazioni dell’ambiente, come la desertificazione, sempre più drastiche con notevoli ripercussioni sugli organismi viventi. Lo scenario appena illustrato rende necessario l’intervento di esperti studiosi dell’ambiente per promuovere la protezione della natura e la salvaguardia dell’ambiente, condizioni indispensabili anche per la qualità della vita umana. Anche i governi parlano di piani di riduzione d’inquinamento e delle emissionidei gas effetto serra (Ghg), di cui l’opinione pubblica ha conoscenza e consapevolezza.
Il 103° congresso propone la trattazione di temi di approfondimento che si riconducono a ricerche e studi che partono da tali premesse, per trovare appropriate azioni da intraprendere per salvare non solo le specie e gli habitat in estinzione, ma il pianeta stesso devastato dai continui interventi antropici. A tal fine molta attenzione si sta ponendo sulla scomparsa di un elevato numero di specie viventi in conseguenza dei cambiamenti ambientali, difatti la IUCN ha lanciato una iniziativa internazionale per la salvaguardia della biodiversità “Contdown 2010” a cui molti governi, compreso quello italiano hanno positivamente risposto, impegnandosi in strategie di conservazione per fermare la perdita di biodiversità entro il 2010.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici globali si stanno riflettendo anche nel Mare nostrum, l’ambiente marino sta via via tropicalizzandosi e grande attenzione viene rivolta ai cambiamenti che interessano il Mediterraneo con l’arrivo di specie marine aliene. Un recente studio ha osservato l’insediamento di ben 104 specie di alghe aliene, che, oltre a modificare lo scenario marino naturale, comporta conseguenze dirette sulla distribuzione della fauna marittima del Mediterraneo, a favore di specie provenienti, in particolare, dal Mar Rosso.
Oltre a valutazioni sulla flora nazionale, molte ricerche sono state rivolte alla botanica agraria. Si tratta di studi “sulle piante ad uso alimentare per la commercializzazione oppure trattano i risvolti negativi dell’abbandono dei terreni, che tendono a far estinguere le coltivazioni tipiche del luogo”.
La comunità scientifica internazionale ed i ricercatori, con il loro prezioso supporto incartano delle soluzioni, partendo dal presupposto che nulla è irreversibile, nonostante l’innalzamento della temperatura e i danni determinati dall’uomo, attraverso il ripristino del paesaggio e la corretta gestione della biodiversità. Nell’applicazione di progetti pilota, gli indicatori biologici hanno confermato risultati ottimali, accrescendo anche la qualità ambientale. I lavori congressuali hanno valutato tematismi altamente tecnici inerenti tutti gli aspetti della botanica. Il congresso si è articolato in simposi tematici. Il primo simposio ha affrontato tematiche su “Paesaggio: analisi, modelli e pianificazioni”, il secondo: “Biologia dello sviluppo delle piante, il terzo: “Briofite e Pteridofite”, il quarto affronta tematiche su “Le macroalghe”, il quinto su quelle del “Contdown 2010: Biodiversità – Conservazione e Liste Rosse”, il sesto infine è incentrato su: “Evoluzione e boidiversità di piante della Regione Mediterranea.
Redazione

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