E’ stato sottoscritto nei giorni scorsi un nuovo accordo in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti Locali in materia di anagrafe degli edifici scolastici.
Va detto che nel corso degli ultimi 15 anni le rilevazioni, i monitoraggi, i censimenti e quant’altro su tale argomento si sono susseguiti in modo costante; con quali esiti non è dato di sapere dal momento che spesso, per conoscere lo stato di salute del patrimonio edilizio ad uso scolastico, bisogna fare riferimento a indagini meno ufficiali come per esempio quelle condotte da Legambiente.
E così, mentre le notizie di soffitti che crollano, di intonaci che si staccano e di controsoffittature che si sbriciolano sono diventate ormai una costante e riguardano un po’ tutto il territorio nazionale, a livello centrale non si riesce ad andare molto al di là dell’ennesimo monitoraggio che servirà in sostanza a creare nuove incombenze per gli uffici delle segreterie scolastiche.
Peraltro il dato curioso è che questa volta l’accordo sottoscritto non rguarda neppure piani di intervento o distribuzione di risorse, ma molto più semplicemente le caratteristiche tecniche dei files che dovranno contenere i dati delle rilevazioni. Da notare che questo lavoro era iniziato più o meno un anno fa ed era già stato oggetto di un accordo nel mese di febbraio. Adesso pare che i tecnici delle diverse regioni si siano confrontati e abbiano risolto i problemi in sospeso: il codice per indicare lo stato di conservazione dell’edificio deve essere numerico o alfabetico? bisogna avere un codice per stabilire se l’edificio è di proprietà statale o meno? e così via. Ma siccome in alcuni casi il nuovo tracciato è diverso da quello usato finora, diverse regioni hanno già chiesto una proroga fino al prossimo mese di giugno per poter procedere all’allineamento dei dati.
Ovviamente tutta questa operazione ha dei costi e pare che a nessuno venga in mente che forse queste risorse potrebbero essere spese per mettere in sicurezza qualche soffitto piuttosto che per disquisire sui codici da utilizzare per indicare quale parte dell’edificio è pericolante.
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