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Sofia Goggia: “Introdurre educazione civica ed emotiva a scuola, media e tv diffondono modelli aggressivi”

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La sciatrice Sofia Goggia, vincitrice dell’oro olimpico in Corea del Sud (2018) e dell’argento a Pechino (2022) intervistata da La Repubblica, ha parlato, oltre che dello sport e dei suoi obiettivi anche di scuola e di educazione emotiva alla luce del femminicidio di Giulia Cecchettin.

“Indulgenza davanti alla prepotenza del potere maschile”

“Penso che i comportamenti culturali medioevali siano da colpire e stigmatizzare, così come l’indulgenza davanti alla prepotenza del potere maschile, ai modelli aggressivi che tv e media diffondono nel paese”, ha esordito la campionessa azzurra.

“Bisognerebbe introdurre nelle scuole un’educazione civica ed emotiva affinché i ragazzi siano guidati al valore del rispetto verso l’altro e diventino loro stessi anticorpi alla violenza. Cecchettin ha gridato le sue paure, è rimasta inascoltata. È una storia che ci mostra che anche quelli che vengono dipinti come ‘bravi’ ragazzi non sono esenti da crimini così efferati”, ha concluso.

Educazione affettiva a scuola invocata da molte celebrità

Si tratta del pensiero di molte celebrità in merito, prima fra tutti l’attrice e regista Paola Cortellesi, che ha ribadito questo concetto nelle numerose interviste che ha rilasciato in occasione dell’uscita del suo film, che parla proprio di violenza di genere, “C’è ancora domani”.

Un deputato della Lega ha definito ‘una nefandezza’ l’idea, diceva, di ‘insegnare il sesso ai nostri figli di sei anni’. Quando ho sentito la notizia ho pensato proprio il contrario, l’educazione all’affettività e al rispetto di sé andrebbe iniziata alla scuola dell’infanzia, per proseguire più avanti con l’educazione sessuale, il tema del corpo… È uno scandalo che non sia previsto dal ministero. Una figlia adolescente davvero sta lì a sentire i genitori? È evidente che se ne debba occupare un esperto”.

“I ragazzini di oggi sono esposti a una quantità di informazioni esagerata, e quella non è l’età giusta per quei contenuti, ti cambiano i parametri, poi non capisci più niente e succedono anche cose molto gravi, basti leggere la cronaca del ‘branco’ che stupra”, ha detto qualche settimana fa.

Il progetto di Valditara

Mercoledì 22 novembre al Senato i ministri dalla Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e della Cultura Gennaro Sangiuliano hanno presentato in conferenza stampa le iniziative rivolte al mondo della scuola per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne.

Ecco le parole di Valditara: “Questo progetto prende l’avvio non dai recenti fatti di cronaca, ma prende le mosse dagli eventi della scorsa estate, come lo stupro di Palermo e Caivano. E prende le mosse dalla mia volontà di dire basta ai residui di cultura maschilista. Il fatto che la donna debba subire quotidianamente vessazioni è inaccettabile. Proprio per questo mi è venuta in mente l’idea di creare gruppi di discussione nelle scuole. La scuola si occupa del fenomeno culturale, il maschilismo ancora imperante che si manifesta in tante situazioni della vita quotidiana, basta pensare agli apprezzamenti non voluti per strada”.

“L’idea è stata quella di creare un gruppo di lavoro e una consultazione ampia con varie parti. Abbiamo steso indicazioni che oggi ho firmato e che invierò alle scuole. Il progetto si chiama ‘Educare alle relazioni’ e si basa sul progetto ‘Educare al rispetto’ del 2015. Per la prima volta si fa un esperimento di questo tipo in Italia, la prima volta in cui si affronta di petto il maschilismo”.

“Chi sono i destinatari? Il progetto si sviluppa sul piano dell’Educazione Civica, c’è un invito di fare entrare la cultura del rispetto in tutti gli insegnamenti. Poi c’è il progetto specifico per le scuole secondarie di secondo grado che si articola con gruppi di discussione, con il coinvolgimento degli stessi studenti, che saranno informati delle conseguenze penali in cui si incorre dopo certi comportamenti. I gruppi possono fungere da supporto. Importante è l’aspetto della prevenzione”.

“I docenti svolgeranno la funzione di moderatori. I moduli di discussione saranno di trenta ore. I gruppi potranno essere supportati da esperti qualificati. Ho firmato un’apposita direttiva ministeriale. Ogni scuola avrà un docente referente. Ogni classe avrà un docente moderatore”.

“Il Forum nazionale Associazione dei Genitori avrà un ruolo importante: accordare il progetto con osservazioni migliorative da parte dei genitori. All’Ordine degli Psicologi chiederemo aiuto per la formazione dei docenti, per la loro assistenza e per il monitoraggio conclusivo”.

“Il Ministero garantisce il supporto alle scuole e la scuola sarà tenuta, al termine del progetto, a fare una relazione sulle migliori pratiche. La nostra intenzione è realizzare presidi territoriali psicologici al servizio delle scuole che dovremo progettare con l’Ordine degli Psicologi. Indire si occuperà della formazione. Questa attività è extracurriculare e verrà finanziata da 15 milioni di euro di fondi Pon”.

“Il progetto si svolgerà in orario extracurriculare perché avremmo altrimenti dovuto togliere ore a materie curriculari. Nelle ore curriculari c’è l’ora di educazione civica. Il progetto parte con adesione facoltative delle scuole, dopo la sperimentazione capiremo se renderla obbligatoria. Provvisoriamente il progetto nasce solo nelle scuole superiori”.