Market Access, innovazione, ricerca comunicazione e compliance: sono questi i temi principali della VI edizione della scuola di formazione Farmindustria, svolta a Roma nei giorni appena trascorsi.
L’evento, che ha coinvolto circa 500 persone neo assunte delle aziende partecipate, ha trattato tra i diversi temi anche di investimenti sul territorio, di giovani, di donne e di welfare.
I docenti, tutti interni, tra cui il presidente, Massimo Scaccabarozzi, i vicepresidenti Maurizio de Cicco e Antonio Messina, dal direttore generale, Enrica Giorgetti, ai dirigenti e funzionari dell’Associazione. Non mancano, però, e con un ruolo importante, i “docenti” esterni, in particolare i rappresentati dell’Aifa e numerosi esperti aziendali.
Una scuola che rappresenta un momento importante come ha dichiarato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, l’associazione delle imprese farmaceutiche , “per presentare la nostra industria in tutte le sue sfaccettature ed evidenziarne i tanti punti di forza. Ed è fondamentale per trasmettere know how e creare un network virtuoso per chi opera in un’industria così innovativa».
Perché l’industria del farmaco rappresenta un volano molto importante dello sviluppo del Paese Italia.
L’Italia ha infatti da poco superato la Germania per produzione diventando per una volta, leader nel settore a livello di Unione Europea.
Crescono in tal senso gli addetti al settore farmaceutico e i neo assunti soprattutto tra i giovani.
Segnali positivi che invogliano le aziende ad investire sempre di più nel settore e nella formazione specifica.
La Scuola si è aperta con un modulo trasversale dedicato al ruolo e alla mission di Farmindustria. Mentre nei due giorni successivi si sono svolti i moduli specialistici che hanno affrontato le tematiche relative a market access e innovazione, ricerca e sviluppo clinico, compliance e comunicazione.
Formazione manageriale anche quella che si è svolta nel convegno organizzato dalla Regione Toscana e Cida, la Confederazione sindacale di dirigenti, quadri ed alte professionalità del pubblico e del privato, che rappresenta a livello nazionale oltre 150 mila dirigenti e manager.
All’importante incontro, cui è intervenuto anche il vicepresidente nazionale del Cida, Vito Catalucci, erano presenti anche docenti, studenti, amministratori e rappresentanti di imprese locali.
Si è parlato di comunicazione e di soft skill – precisione, resistenza allo stress, problem solving -, ma anche dell’importanza dell’alternanza scuola-lavoro, che ha visto impegnati i manager del Cida, perché è utile per “diminuire il gap esistente tra questi due mondi, un gap che causa il mancato allineamento tra conoscenze e competenze offerte rispetto a quelle richieste”: un messaggio al nuovo governo che vuole ridimensionare il progetto dell’alternanza scuola-lavoro.
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