Politica scolastica

Soldi alle paritarie: la responsabilità è del ministro, del Governo o del Parlamento?

Fa molto discutere in rete uno degli ultimi provvedimenti firmati dalla ministra Valeria Fedeli, il decreto di assegnazione di 493 milioni di euro alle scuole paritarie.

Le proteste

Le proteste arrivano da ambo i versanti. I sostenitori del principio per cui al sistema paritario non debbano essere dati soldi dello Stato sostengono che il finanziamento è assolutamente illegittimo, anzi incostituzionale.
Al contrario, i fautori della parità scolastica affermano che il fondo è ampiamente al di sotto delle necessità.
Ora, senza entrare nel merito di questo dibattito che è di natura squisitamente politica, è bene fornire qualche informazione in più per comprendere meglio la questione.

La legge 62 del 2000

Il finanziamento al sistema paritario è esplicitamente previsto dalla legge 62/2000 che ne determinava l’importo in 300 miliardi di lire a partire dal 2001 (tradotto in euro si tratta di circa 150milioni).
Le leggi finanziarie successive hanno rivisto lo stanziamento che, da qualche anno, si attesta sui 500milioni circa.
Il primo punto da evidenziare, dunque, è che lo stanziamento non è affidato alla discrezionalità del ministro o del Governo di turno ma è deciso annualmente dal Parlamento.
Il decreto ministeriale di pochi giorni fa è quindi solamente la traduzione operativa di una decisione politica assunta dal Parlamento nel dicembre scorso.

Per cambiare, ci vorrà la legge di bilancio 2019

In altre parole nessun Governo potrebbe sottrarsi dal portare in esecuzione una norma approvata da deputati e senatori.
E’ anche vero che la Ministra avrebbe potuto benissimo non adottare nessun decreto e lasciare la decisione al futuro Governo. In tal caso il Parlamento avrebbe potuto, nei prossimi mesi, modificare la norma contenuta nella legge di bilancio 2018 e cancellare o ridurre lo stanziamento di 493 milioni già previsto.
Per una eventuale riduzione dei fondi destinati al sistema paritario bisognerà dunque attendere la legge di bilancio 2019.

Reginaldo Palermo

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