Un dato significativo che emerge dallo studio Ocse-Pisa sta nel fatto che in Italia la valutazione delle scuole (e quindi dei professori) è in ritardo. Nonostante un sistema di valutazione ci fosse chiesto dall’Europa nella famosa lettera dell’agosto 2011. In Italia, nel 2012, poco più della metà degli studenti dichiara che i presidi utilizzano le valutazioni per paragonare i risultati con altre scuole della loro area o a livello nazionale. E tutti i progetti per valutare istituti scolastici e personale sono per ora rimaste sperimentazioni.
Non solo. In Italia poche scuole hanno autonomia nello stanziamento delle risorse e infatti, scrive Il Sole 24 Ore il 93% degli studenti in Italia frequenta scuole con dirigenti senza potere decisionale in materia di spesa per il personale.
All’opposto nei paesi Ocse i presidi e gli insegnanti hanno maggiori responsabilità per selezionare, assumere, licenziare i docenti e formulare il budget della scuola e la sua ripartizione. In media nei paesi Ocse solo il 24% degli studenti frequenta scuole i cui dirigenti hanno dichiarato che solo le autorità nazionali e regionali dell’istruzione sono competenti per selezionare i professori in vista di una assunzione. In Italia il rapporto è dell’86%.
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