La presa di posizione del presidente della Camera Gianfranco Fini sta provocando effetti imprevisti e inconsueti.
Nella giornata di oggi, 26 aprile, il Forum Precari Scuola, sempre molto critico nei confronti delle decisioni del Governo e del Ministero dell’Istruzione, ha inviato al Presidente Fini una lettera con la quale si manifesta “apprezzamento per il coraggio civile che ha dimostrato nel parlar chiaro ed esplicito” oltre che “piena solidarietà in relazione all’assurda e improponibile ipotesi formulata di dimissioni da Presidente della Camera” (“Sultanati e padronati – aggiungono polemicamente i precari – non sono più attuali, non ci interessano”).
Ai precari sono piaciuti soprattutto i riferimenti al settore dell’istruzione: “Condividiamo pienamente la dichiarazione che la scuola è prerogativa nazionale”, si legge nella lettera che ancora così prosegue: “Di conseguenza non sono proponibili, non hanno senso e non possono aver seguito le richieste o le pretese della Lega, pur se recepite da qualche esponente del Pdl, di albi regionali di insegnanti autoctoni, regione per regione, e la conseguente chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici”
Ma i precari colgono anche l’occasione per ricordare al Presidente della Camera che “ulteriori e massicci tagli occupazionali programmati dal Miur comporteranno il licenziamento di decine di migliaia di docenti e Ata precari soprattutto delle regioni meridionali, già pesantemente colpite dalla crisi”
La conseguenza, per il Forum, è scontata: se davvero Fini vuole difendere le regioni del sud, come ha dichiarato nel suo discorso, è evidente che i tagli vanno rivisti e anzi cancellati.
Difficile dire se la lettera sarà presa in considerazione dal Presidente della Camera dal quale, però, i precari si aspettano adesso non solo dichiarazioni di dissenso politico nei confronti del premier Berlusconi, ma anche gesti concreti su punti specifici del programma di Governo e, innanzitutto, sul piano di razionalizzazione previsto dalla legge 133.
L’iniziativa del Forum sta già creando qualche polemica all’interno dei “movimenti”: il sito di ReteScuole prende le distanze e ricorda che nel 2001 Gianfranco Fini ebbe un ruolo di primo piano nella gestione degli scontri che ci furono a Genova durante il G8: “Accostare una qualsiasi idea di democrazia all’attuale Presidente della Camera – conclude Mario Piemontese di ReteScuole – è un ossimoro”.
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