I lettori ci scrivono

Solidarietà ai colleghi non vaccinati, esclusi ed umiliati

Gentile redazione, cari colleghi,

con questo messaggio noi, docenti dell’IIIS “Cremona” di Milano vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà nei confronti dei docenti non vaccinati (o che non hanno completato l’iter vaccinale) rientrati a scuola dal 1° aprile, e vogliamo manifestare la nostra indignazione per come il Governo li sta trattando. Dopo lo scandalo dell’azzeramento dello stipendio – sanzione che non viene applicata nemmeno in caso di sospensione per motivi disciplinari – ora arriva l’umiliazione, la punizione di Stato.

Dal 1° aprile – e fino a fine anno – due colleghe sane, che non hanno mai contratto il covid (a differenza di molti studenti e docenti vaccinati) e che fanno un tampone ogni 48 ore, si trovano in una stanza dove devono stare 6 ore al giorno per 6 giorni a settimana a svolgere attività d’ufficio, in solitudine. Come fossero appestate, non devono avere contatti con nessun ragazzo. Tutto ciò pur essendo le uniche che entrano a scuola sapendo di essere negative al covid, al contrario di noialtri. Tutto ciò, quando è ormai assodato che le persone vaccinate si contagiano e contagiano quanto gli altri.

In tutto il Paese circa 3.500 docenti si trovano in questa situazione, e alla lista si aggiunge ogni giorno qualcuno a cui scade il Green Pass rafforzato da guarigione o da seconda dose, non volendo fare la terza. Ciò significa che nelle prossime settimane molti studenti in tutta Italia si troveranno a perdere il proprio insegnante.

Surreale il fatto che in periodo di emergenza le colleghe fossero in classe con i loro studenti mentre ora, che non siamo più in emergenza, non possano più farlo.

Surreale anche il fatto che le colleghe destinerebbero con gioia tutte le loro ore di lavoro ad attività didattiche online di supporto ai ragazzi in difficoltà, ma che il decreto vieti espressamente questa possibilità. Evidentemente sono pericolose per la comunità anche a distanza!

La non dignità della condizione dei nostri colleghi non sta nel compito a loro affidato, ma nel tradimento del loro valore umano e professionale: quello che sono chiamati a fare, per quanto dignitoso, semplicemente non è il loro lavoro.

L’ingiustizia del provvedimento sta nel far prevalere un intento punitivo sulla bellezza del rapporto tra lo studente e l’insegnante che lo accompagna nel suo cammino; sta nell’impedire che si realizzi la ricchezza del rapporto educativo per assecondare richieste che sanno di vendetta, ripicca, desiderio di giudicare, punire, mortificare: tutti atteggiamenti che noi docenti ogni giorno cerchiamo di correggere nei nostri studenti, non di coltivare e valorizzare.

I ragazzi imparano molto più dalle azioni che dalle parole degli adulti: ciò dovrebbero farci riflettere a lungo quando un ministro dell’istruzione mostra a bambini e ragazzi come si fa a punire. Punire, è il caso ancora di sottolinearlo, chi non ha fatto male a nessuno.

Anche dal punto di vista più meramente economico, la scelta del Governo di sprecare circa 30 milioni di euro dei cittadini per pagare due docenti per la stessa cattedra, senza alcuna motivazione sensata, appare davvero scellerata.

La nostra dirigente, la dott.ssa Anna Lamberti, sta dimostrando umana comprensione per le nostre colleghe, e sta cercando di fare quel che può per ridurre la loro frustrazione, ma è ovviamente tenuta ad applicare le regole imposte dal governo. E’ molto triste invece leggere sui media commenti volgari da parte di insegnanti che considerano la punizione attuata non sufficiente e che si cimentano in idee e proposte vergognose per colpire adeguatamente i colleghi con cui fino a qualche mese fa lavoravano fianco a fianco. Altrettanto dolorosi sono il silenzio e l’indifferenza.

E’ importante ricordare che, a quanto ci risulta, il nostro è l’unico paese al mondo ad avere sospeso i docenti dal lavoro e a non farli rientrare in cattedra nonostante la fine dello stato di emergenza. Questo testimonia la totale arbitrarietà della decisione del nostro Governo, non condivisa da alcun altro Stato, e certifica la totale insussistenza di basi scientifiche (che se fossero tali sarebbero condivise anche dagli altri paesi) e l’intento esclusivamente punitivo nei confronti dei dissidenti, dei non allineati.

Tante sono quindi le domande e i dubbi su cui vorremmo si riflettesse.

Su che basi scientifiche il ministro della Salute sostiene che i docenti non vaccinati, che ogni mattina devono dimostrare di essere negativi, rappresentino un rischio per i ragazzi? Se la motivazione non è scientifica ma educativa – come è stato detto in modo a nostro avviso scandaloso dal ministro Bianchi – ci chiediamo se davvero ci sia una correlazione tra l’essere un cattivo insegnante e il non essere vaccinato. Forse chi ha fatto tre dosi è un cittadino migliore di chi ne ha fatte due? Davvero siamo arrivati a questo punto nel definire le persone? Davvero ci siamo ridotti a questo? Il giorno prima della scadenza del Pass sono un buon cittadino e posso insegnare, e il giorno dopo no?

Viceversa, cosa c’è di educativo nel mostrare ai bambini e ai ragazzi che i loro insegnanti vengono prima tolti dal loro lavoro, poi umiliati e vessati perché non hanno fatto un vaccino che non protegge dal contagio e che dunque non influisce sulla diffusione del virus a scuola? Donne e uomini che magari sono vaccinati anche per la febbre gialla, sono ora bollati come no-vax e considerati incivili, egoisti, oscurantisti, pericolosi, odiosi e puniti con gusto e soddisfazione.

Riteniamo queste decisioni prese dal nostro Governo gravissime, inaccettabili e lesive dei diritti fondamentali senza motivazioni che giustifichino un tale attentato alla dignità umana.

Pensiamo che questo clima di caccia alle streghe stia peggiorando i rapporti umani e stia facendo del male a tutti, non solo ai colleghi sospesi.

Vorremmo con tutto il cuore che i nostri colleghi non fossero più umiliati, vessati, puniti, offesi ma che potessero rientrare nelle loro classi e che potessero svolgere dignitosamente il loro lavoro al nostro fianco, con i loro studenti; semplicemente perché loro non mettono a rischio la salute di nessuno.

In caso di malattia loro non peseranno sulle strutture sanitarie, come dimostrano le statistiche.

Le nostre colleghe, come quelle di tutto il Paese, hanno il diritto di poter svolgere il proprio lavoro e di non dover sottostare a becere logiche che nulla hanno a che vedere con la scienza (gli stessi scienziati ne hanno preso le distanze) ma che hanno solo il sapore dell’ingiustizia.

Vogliamo fortemente prendere le distanze da questa ingiustizia odiosa e insopportabile e abbracciare i nostri colleghi senza paura di contagiarci e avendo invece molta paura di ammalarci di intolleranza e indifferenza.

I docenti firmatari dell’IIS “Cremona” di Milano:

Benedetta Alessandro

Lorena Baldantoni

Maria Bufano

Rita De Cillis

Stefania D’Amico

Stefano Guffanti

Alessandro Montrasio

Elena Raimondi

Francesca Sabatini

Donatella Simoncelli

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