Gli studenti da qualche tempo sono interessati a capire cosa fare nel caso di un primo soccorso a scuola, chiedendo dunque di rendere obbligatorio un corso di primo soccorso, non limitandosi alla teoria ma insegnando le tecniche che un giorno potrebbero tornare utili per salvare una vita.
Come comportarsi
In particolare, 9 ragazzi su 10 vorrebbero capire come comportarsi in caso di arresto cardiaco se accadesse ad un proprio amico. Per loro è ancora scarsa la cultura sanitaria, soprattutto tra i più giovani.
A sostenere questi numeri, una ricerca di Skuola.net effettuata in collaborazione con IRC (Italian Resuscitation Council) – che ha coinvolto circa 10mila ragazzi tra gli 11 e i 25 anni.
Spaventati
Più che impreparati, gli studenti sono spaventati dall’idea di dover intervenire in aiuto del proprio compagno di banco in caso di arresto cardiaco.
Solo 1 su 3 procederebbe nel modo giusto e secondo tecniche adeguate, per il resto invece “confusione totale: il 9% confessa che entrerebbe subito nel panico, il 18% prenderebbe a schiaffi l’amico per risvegliarlo, il 38% nel dubbio chiamerebbe immediatamente i soccorsi senza prima verificare se il problema sia davvero grave. Anche perché, per capire se il soggetto respira, il 31% gli metterebbe le dita sotto il naso e il 38% gli appoggerebbe l’orecchio sul torace per ascoltare se c’è ancora battito cardiaco.
Quale numero chiamare in caso di emergenza?
In ogni caso la stragrande maggioranza – 77% – chiamerebbe i soccorsi via telefono senza allontanarsi dalle persona a terra, il 13% chiederebbe aiuto ai genitori o a un altro adulto mentre 1 su 10 si bloccherebbe, non sapendo dove mettersi le mani.
Tuttavia prima di tutto bisogna sapere qual è il numero telefonico da fare, dal momento che esso è passato dal 118 al numero unico di emergenza 112, conosciuto da appena il 54%, mentre il 14% chiamerebbe il 113 e il 12% digiterebbe il 115. Il 20% che telefonerebbe al 911 che si trova in Usa