Al centro della protesta due questioni: la riduzione degli stipendi e il blocco del contratto. Si calcola una riduzione che va oltre i 300 euro al mese – spiega Rosa Cirillo, responsabile del dipartimento dell’area V della dirigenza scolastica della Uil Scuola, presente oggi, insieme al segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, alla manifestazione e all’incontro con il sottosegretario Faraone e con i dirigenti del Miur.
E’ la parte di retribuzione cosiddetta “di posizione o di risultato” che è stata tolta dallo stipendio senza alcuna trattativa.
I dirigenti scolastici si trovano a dover gestire responsabilità crescenti, a partire dalle reggenze – aggiunge Rosa Cirillo – con retribuzioni già inferiori al resto della dirigenza pubblica e ora addirittura ridotte.
La confusione dell’amministrazione è tale che ci sono situazioni diverse da regione a regione.
In alcune regioni, come il Lazio, non c’è stata la riduzione ma è stato comunicato che le somme saranno recuperate successivamente.
Abbiamo accolto positivamente l’impegno politico assunto dal sottosegretario Faraone a rivedere la questione a gennaio ma – ribadisce Rosa Cirillo – non siamo venuti qui per farci spiegare le ragioni tecnico-giuridiche che sono alla base dei tagli dello stipendio, siamo qui perché vogliamo concretamente risolvere tale questione.
Continua quindi la nostra mobilitazione. A gennaio, se gli impegni di Faraone non saranno rispettati, nell’unico modo possibile – il reintegro della voce retributiva tolta dal governo – la protesta si diffonderà sul piano sindacale e giudiziario.