Sarebbe di appena l’1% la spesa media per l’istruzione da parte delle famiglie italiane, mentre quasi un terzo dei consumi delle famiglie, pari 1.258 miliardi di euro complessivi nel 2023, se ne va per la casa; libri di testo e formazione hanno pesato, sui bilanci familiari, per 9,7 miliardi, unica voce in calo (-2%), nei conti, rispetto al 2019. Se ne va in alcolici e sigarette il 4% dei budget ovvero quasi 50 miliardi. A dirlo l’indagine realizzata dal Centro studi di Unimpresa.
In crescita la spesa per la sanità, arrivata a 5 miliardi (+12%) da 34 miliardi a 43 miliardi.
Sembra dunque, sulla base dei numeri, che si presta poca attenzione alla formazione e all’istruzione; il servizio sanitario nazionale non funziona e impone alle famiglie sacrifici eccessivi; la voce ‘trasporti’ sarebbe più contenuta se le amministrazioni pubbliche, territoriali e statali, fossero capaci di offrire servizi migliori ai cittadini.
In partica, secondo Unimpresa, tutte le voci risultano in crescita, con aumenti che variano dal 5% al 34%, con due eccezioni: la voce “comunicazioni”, rimasta ferma a 23 miliardi, e quella “istruzione”, calata di 200 milioni (-2%) da 9,9 miliardi a 9,7 miliardi.
Quanto ai servizi sanitari, per far fronte alle carenze di ospedali e servizi pubblici, sono stati necessari, nel 2023, 43 miliardi, che, seppur in aumento di 5 miliardi (+12%) rispetto al 2019, oggi corrispondono al 3% della spesa totale, in calo, dunque, se confrontato col 4% di cinque anni fa.
Fanalino di coda dunque l’istruzione, che occupa soltanto l’1% dei bilanci: i 9,9 miliardi del 2019 sono stati tagliati di 200 milioni a quota 9,7 miliardi con una riduzione pari al 2%.