Il sindacato autonomo Snals boccia senza riserve la proposta di boicottare il bonus di 500 Euro del governo Renzi destinato all’aggiornamento.
“Boicottare? Non se ne parla – dice lo Snals- non inviteremo mai gli insegnanti ad autoespropriare una parte del proprio stipendio per finanziare corsi di aggiornamento che devono essere organizzati e coperti economicamente dal Ministero”.
Secondo Il Gazzettino di Mantova ci sarebbe una evidente scollatura tra Cgil e Snals e una differenza di base nella ragione che spinge a contestare la riforma. Non a caso, Snals e Cgil hanno indetto assemblee distinte nelle scorse settimane per fare il punto con il personale sulla riforma.
Ma se questa distinzione (la Flc ha organizzato le assemblee assieme a Cisl e Uil) è in parte legata anche a vicende locali (una querelle sull’elezione delle rsu in una scuola di provincia) e sulla natura autonoma (appunto) dello Snals, su questa vicenda del bonus per gli insegnanti emergono dei distinguo più profondi.
Lo Snals registra “con soddisfazione il fatto che i bonus siano già un dato concreto per i docenti. E giudichiamo positiva l’iniziativa, perché finalmente usciamo dalla visione impiegatizia dell’insegnante. È giusto considerare un docente che va a teatro, che compra libri, che partecipa a Festivaletteratura e al Festival della filosofia, come un professionista che aggiorna e amplia le proprie conoscenze”.
La Flc invece attacca il bonus su due fronti: la mancata estensione del beneficio a precari e personale non docente e il carattere individuale (“individualista” è l’accusa lanciata alla novità e alla riforma della Buona scuola dal segretario provinciale) dei meccanismi di erogazione del bonus.
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