La preoccupante emergenza educativa tra i giovanissimi si combatte tra le maggiori agenzie educative perché ormai il livello di maleducazione tra gli adolescenti ha raggiunto livelli intollerabili.
A parte il linguaggio e gli atteggiamenti lontano anni luce dal bon ton a fare da padrone sono i giochi informatici e non che stanno letteralmente popolando l’universo degli adolescenti.
Spinner, Blue Whale, sono tanti i pericoli cui vengono esposti gli adolescenti adescati sia nella rete sia altrove e sottoposti ad un vortice di spirale di violenza e soprattutto ad un massiccio tentativo di omologazione e di emulazione. Proprio l’emulazione che costringe i nostri adolescenti, ignari della pericolosità è l’esca che li travolge portandoli in un vicolo senza vie di uscita. L’uso spropositato dei nuovi mezzi di comunicazione e della tecnologia può portare a conseguenze serie.
È soprattutto il caso di Blue Whale, il macabro gioco, inventato in Russia che sta mietendo giovani vittime anche in Italia, di adolescenti ubriacati dal desiderio di emulazione che non si rendono affatto conto che gettarsi dal un palazzo ha conseguenze disastrose. Come può un adolescente non rendersi conto dei pericoli che lo circondano e fare le stesse cose che fanno i suoi coetanei. Siamo, purtroppo, in una fase di drammatica emergenza educativa che va a colpire proprio le fasce più deboli e indifese della società, ossia i giovanissimi che, di fronte a gesti estremi manifestano, a volte indifferenza e disprezzo del pericolo incombente.
E poi l’omologazione dei giochi mediatici, come lo spinner, un aggeggio antistress che sta spopolando in tutte le scuole in questi ultimi tempi. Insegnanti che sono costretti ad interrompere le lezioni per riprendere gli alunni intenti a far roteare lo spinner più che ascoltare la lezione, oppure l’altro gioco della bottiglietta d’acqua mezza piena che viene lanciata per farla ricadere in piedi.
Tutta colpa della rete che propina immagini altamente diseducative e antididattiche che distraggono gli alunni dal senso reale della scuola. Occorre, dunque, che gli insegnanti ne parlino con gli alunni in classe ed anche i genitori in famiglia facendo loro capire che questi comportamenti sono ben lontano dalla formazione dell’adolescente. Ma su questo tema si confrontino anche le altre agenzie educative, le aggregazioni e le associazioni sportive purchè se ne discuti e se ne parli ampiamente.
Prevenire è meglio che curare e fare in modo che la prevenzione parta dalla scuola e dalla famiglia è fondamentale soprattutto per evitare il formarsi di una spirale di stupida omologazione ed emulazioni che porti ad evitare pericolose e tragiche conseguenze. Non si può in questi casi far finta di niente: è veramente preoccupante assistere a tali fenomeni e vedere sulla rete immagini virali da far tremare i polsi. Sono forme di cyberbullismo che vanno condannate per evitare il peggio tra le nuove generazioni.
Mario Bocola
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