Gli esiti delle prove Invalsi sarebbero utili valutare il lavoro di docenti e dirigenti? Insomma, se l’alunno risponde correttamente ai test, è segno che il sistema scolastico è efficiente? Se ne è parlato al recente convegno sulla valutazione organizzato dal sindacato Flc Cgil. Torna quindi in campo l’ipotesi che il personale scolastico possa essere sottoposto a qualche forma di valutazione, al fine di raccogliere spie e segnali del funzionamento della scuola nel suo complesso.
Cosa ne pensi? La Tecnica della Scuola, sull’argomento, ancora una volta interroga i propri lettori.
Nell’atto di indirizzo il Ministro Bianchi dice di volere rafforzare il sistema di valutazione nazionale estendendolo al lavoro dei docenti e dei dirigenti. Gli esiti di tale valutazione faranno da supporto al processo di autonomia scolastica. Ebbene, in che modo questi test possono migliorare la professione del docente e del dirigente? Questa la domanda che è stata posta al Ministro durante il convegno.
Patrizio Bianchi ha risposto in modo vago, affermando: “Tutti noi che facciamo ricerca sappiamo che abbiamo bisogno dei dati ma i dati vanno presi con molta attenzione, avendo chiaro a cosa servono e in quale contesto vengono raccolti. Non c’è in nessun modo il mito del dato di per sé, né sono convinto che il dato governi le scelte, il dato deve servire come supporto“.
Un tema sul quale non ha tardato dire la sua Antonello Giannelli, numero uno dell’Anp: “Necessario dare un ruolo maggiore ai presidi e ai comitati di valutazione interni alle scuole”. Tuttavia il presidente Anp ha preso le distanze da un eventuale coinvolgimento dell’Istituto nazionale di valutazione nell’operazione. “I risultati delle prove Invalsi non sono direttamente utilizzabili. L’Invalsi è uno strumento diagnostico, serve per decidere la metodologia didattica da utilizzare nelle scuole, dai risultati degli studenti non è direttamente deducibile il valore del professore”.
Peraltro – aggiunge Antonello Giannelli – c’è anche il nodo irrisolto dei pochi dirigenti tecnici: “Abbiamo un numero davvero esiguo di ispettori, quasi inesistente. Servirebbe un ispettore ogni dieci scuole (quindi 800 persone), mentre sono 40 di ruolo e una sessantina temporanei”.
Il Ministero, intanto, attraverso l’ufficio stampa precisa: “Non si sta lavorando a voti o pagelle per dirigenti e insegnanti. Si lavora, invece, come effettivamente previsto dall’atto di indirizzo politico per il 2022, alla valorizzazione e formazione del personale e al miglioramento della valutazione del sistema scolastico nel suo complesso”.
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