Si aprirà con una speranza, quella di vedere migliorato il senso ed il valore dell’integrazione multiculturale, la tre giorni di convegno, in programma a Milano dal 7 al 9 aprile, sul tema ‘Ricomporre Babele: educare al cosmopolitismo’, organizzato dalla fondazione Intercultura per il dialogo tra le culture e gli scambi giovanili internazionali. La tre giorni propone una riflessione sul concetto di cittadinanza mondiale attraverso 28 workshop condotti da docenti universitari e professionisti del settore: “gli avvenimenti sociali, politici ed economici del XX secolo, sino a quelli recentissimi delle ultime settimane in Maghreb e in Giappone – hanno spiegato gli organizzatori alla vigilia dell’iniziativa – hanno quasi sempre natura internazionale e fanno ben comprendere l’impossibilità di vivere entro i confini politici e culturali del proprio Stato-Nazione. Ma quanto gli italiani si sentono pronti a interiorizzare il confronto con altre culture e altre società?”.
In base ad un sondaggio dell’Ipsos, prodotto alla vigilia del convegno, risulta che coloro che “sentono” un certo senso di empatia e solidarietà (all’occorrenza anche un minimo di sostegno) nei confronti di individui di altre culture sono numericamente molto più di quanto si pensasse. Ed i valori trasmessi dalla scuola, hanno detto i circa 500 intervistati, risultano alla base di una corretta integrazione
Quasi tutto il campione, ritenuto dall’istituto di ricerca sufficientemente “rappresentativo della popolazione nazionale”, ha anche spiegato che per riuscire ad accettare il diverso ciò che è stato appreso sui banchi “è necessario per il 44,5% degli intervistati e utile per il 44,6%, mentre solo il 3,4% pensa che sia dannoso”.
Ma non in tutte le zone la pensano allo stesso modo. “E’ interessante notare – hanno sottolineato i ricercatori – che a ritenerlo necessario siano soprattutto il nord est (53,8%) dove il fenomeno dell’incontro tra le culture e l’integrazione sono una realtà, e i genitori di figli minori che studiano in una scuola, si spera, sempre più multiculturale e insieme tendente al cosmopolitismo (49,9%, quindi 5,5 punti in più rispetto al totale)”.