Cosa Nostra più forte dello Stato. Nell’eterno braccio di ferro tra giustizia e criminalità organizzata, lo Stato ne esce sconfitto. Almeno secondo la percezione degli studenti. Quasi la metà (48%), tra quelli interrogati in merito, è convinta che la mafia sia più forte dello Stato. Le nuove generazioni ammettono di non avere fiducia (84,7%) nella politica e solo il 31,5% pensa che sia possibile sconfiggere definitivamente la criminalità organizzata.
Ma non per questo bisogna arrendersi: tra i ragazzi cresce la “voglia di legalità a tutti i livelli”. Giunge a questa conclusione l’indagine sulla percezione mafiosa condotta tra oltre duemila studenti dal Centro Pio La Torre di Palermo e presentata oggi alla Commissione Antimafia.
Un “documento prezioso”, secondo la presidente Rosy Bindi, “su cui le istituzioni devono riflettere”. Per combattere la mafia, ha ricordato Bindi, serve “la coscienza di tutti i cittadini: non possiamo solo ricordare i martiri, dobbiamo fare i cittadini pienamente”. Allo stesso modo – ha aggiunto parlando a una platea di studenti – “non si può avere sfiducia nei politici in generale, ma in quelli che sbagliano. Se si fa un discorso generico si premia chi sbaglia”. Anche perché “mi piace ricordare che Pio La Torre era un politico e combatteva la mafia come politico”.
Il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, sottolinea che nei giovani è cresciuta la consapevolezza che corruzione, mafia e politica sono strutturalmente sempre più collegate, che una rivoluzione legalitaria è necessaria per lo sviluppo del paese.
Continuando a rispondere alle domande del sondaggio, il 62,65% dei ragazzi ha affermato che di mafia si parla soprattutto a scuola, mentre solo il 29,32% dice di discuterne a casa. Non a caso, sottolinea il Centro Pio La Torre, la categoria verso la quale gli studenti maggiore fiducia è quella degli insegnanti (33,63%), seguita dalle forze dell’ordine (23,97%) e dai magistrati (20,70%).
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