Matteo Salvini, alla Camera dei Deputati, ha annunciato la presentazione di un disegno di legge per rendere “obbligatoria e curriculare in tutte le scuole italiane” l’educazione civica. Gli ha fatto seguito Marco Bussetti, ministro dell’istruzione, che ha ricordato l’importanza del “rispetto delle regole e della cultura della legalità”.
Il progetto, inquadrato in ambito scolastico, mostra i suoi limiti.
L’efficacia di un insegnamento dipende dalla credibilità del docente: nel suo modus vivendi devono riecheggiare le sue proposte didattiche.
Un principio calpestato dall’attuale amministrazione dello Stato. Il Governo opera incurante del fondamento della nostra Costituzione: la separazione dei poteri. Può essere opportuno ricordare che la distinzione tra le funzioni legislativa, esecutiva e giurisdizionale viene da lontano: era in auge in Atene 300 anni prima di Cristo.
L’attuale esecutivo ha scelto di lavorare su un’altra sponda; ha fatto proprio il postulato: tutte le decisioni competono a chi è stato eletto.
E’ sufficiente richiamare la procedura seguita per la definizione della legge di bilancio 2019 per illuminare il campo del problema.
La ratio della legge finanziaria è stata discussa e concordata a Bruxelles e il Parlamento è stato estromesso dall’iter legislativo dal voto di fiducia.
Enrico Maranzana
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